Reggio, Sindacati: «Comune a rischio paralisi contrattuale». Proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti
FP CGIL, CISL FP e UIL FPL denunciano gravi e reiterate inadempienze nella contrattazione sul Fondo delle risorse decentrate del Comune di Reggio Calabria
È stato proclamato lo stato di agitazione del personale dipendente del Comune di Reggio Calabria a causa delle gravi e ricorrenti inadempienze della parte datoriale nel corso della contrattazione relativa al Fondo delle risorse decentrate.
A comunicarlo sono le Organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, insieme alla maggioranza dei componenti della RSU, che dichiarano «definitivamente esaurita la pazienza» nei confronti di un’amministrazione ritenuta sistematicamente inadempiente da anni.
Secondo i sindacati, il comportamento della parte pubblica avrebbe svuotato di significato la contrattazione collettiva decentrata, disattendendo le regole più elementari del confronto sindacale. Tra le principali criticità viene segnalata l’assenza strutturale della rappresentanza pubblica ai tavoli di trattativa. In particolare, la mancata e reiterata partecipazione del Direttore generale – componente obbligato della delegazione trattante – viene indicata come un elemento che compromette il regolare svolgimento della contrattazione e che denoterebbe una precisa volontà di depotenziare il confronto.
Le Organizzazioni sindacali denunciano inoltre un diniego sistematico all’accesso a documenti e dati necessari per individuare soluzioni condivise. Le risposte fornite dall’amministrazione vengono definite «fumose, incomplete e dilazionatorie», in violazione dei principi di trasparenza amministrativa e di buona fede contrattuale.
Altro nodo critico riguarda il rifiuto costante di recepire le proposte di modifica regolamentare avanzate dai sindacati. Un atteggiamento che, secondo FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, dimostrerebbe l’assenza di una reale volontà di contrattare, trasformando il tavolo in una mera formalità priva di contenuto sostanziale.
Nel mirino anche la tempistica con cui viene gestita la ripartizione del Fondo, deliberata a dicembre, quando le risorse comunali risultano di fatto esaurite. Una scelta definita «deliberatamente congegnata» per annullare ogni margine di contrattazione e costringere le rappresentanze sindacali a ratificare decisioni già prese.
Particolarmente grave, secondo i sindacati, è poi la mancata applicazione del D.L. 25/2025, che consente l’aumento delle risorse destinate al premio di performance. Nonostante le ripetute richieste, l’amministrazione non avrebbe mai attivato le verifiche necessarie, tanto che – viene sottolineato – il Dirigente del Settore Finanze non sarebbe stato nemmeno coinvolto nel procedimento. Il risultato è un fondo talmente esiguo da tradursi in un premio annuale di circa 200 euro lordi per ciascun dipendente, una cifra definita «offensiva» per chi garantisce quotidianamente il funzionamento dell’ente.
Il quadro delineato dai sindacati è quello di una totale mancanza di considerazione per le relazioni sindacali e per le istanze dei lavoratori. Non si tratterebbe di normali divergenze negoziali, ma di un «sistematico dispregio» per gli istituti della contrattazione collettiva.
Con la proclamazione dello stato di agitazione, FP CGIL, CISL FP e UIL FPL annunciano di riservarsi tutte le azioni legali, amministrative e contenziose ritenute necessarie. I segretari generali Francesco Callea (FP CGIL), Vincenzo Sera (CISL FP) e Salvatore Marte (UIL FPL) avvertono che il margine temporale per una ripresa corretta del confronto è ormai ridotto al minimo e che l’amministrazione dovrà assumersi pienamente la responsabilità delle proprie scelte