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27/11/2025 ore 09.42
Economia e lavoro

Regione, la Fillea Cgil: «No a investimenti in Cpi in Tunisia»

Celebre: «Fare rientrare gli edili costretti a lavorare fuori»

di Redazione

«La Fillea Ccil Calabria respinge con fermezza e grande preoccupazione la proposta avanzata, nel corso della presentazione delle linee programmatiche, dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, di investire risorse pubbliche per creare centri per l'impiego in Tunisia con l'obiettivo di formare e reclutare manodopera destinata ai cantieri calabresi». Lo afferma il segretario generale della Fillea Calabria Simone Celebre.

«Presidente Occhiuto - prosegue - le ricordiamo che le esperienze già tentate e le ingenti risorse investite in Paesi come la Tunisia non hanno prodotto alcun risultato positivo né dal punto di vista della qualità della formazione né per quanto attiene l'effettivo inserimento lavorativo. Presidente Occhiuto, come Fillea Cgil Calabria, le diciamo che le nostre risorse devono essere investite nella nostra Regione e non dissipate oltre il Mediterraneo. Devono servire a cancellare, o quanto meno alleviare, le nostre deficienze come a esempio potenziare i Centri per l'impiego calabresi, che ancora oggi soffrono di strutture fatiscenti, personale insufficiente e incapacità di intercettare il lavoro reale e soprattutto a sostenere e finanziare quegli enti di formazione seri, come le nostre scuole edili, certificati, trasparenti, non quei 'carrozzoni' che producono corsi solo sulla carta senza dare alcuna vera formazione».

«Presidente Occhiuto afferma ancora il sindacalista – prima di pensare a formare e poi a reclutare manodopera in Tunisia si attivi subito, invece, per chiedere con forza al governo Meloni, a lei molto vicino politicamente, una sanatoria per le migliaia di immigrati che già lavorano anche in Calabria, spesso in edilizia, che sotto il ricatto del contratto che permetterebbe loro di emergere dalla clandestinità, sono, invece, costretti a sottostare al lavoro nero, a rischiare la vita lavorando senza le più elementari norme di sicurezze nei cantieri e a subire ogni tipo di abuso pur di ottenerlo. Presidente Occhiuto, come Fillea Cgil Calabria, le chiediamo di attivarsi seriamente a far rientrare nella loro terra natia, la Calabria, quei tanti lavoratori edili specializzati che oggi sono 'costretti' a operare fuori regione, spesso in cantieri importanti dove dimostrano ogni giorno professionalità e competenza. Si attivi, quindi, per un protocollo, sottoscritto insieme alle parti sociali, che garantisca: occupazione stabile e di qualità; il pieno rispetto delle tutele contrattuali e delle norme di sicurezza nei cantieri. Siamo in una regione dove in tutti i comparti privati, dilagano lavoro nero, grigio e sfruttamento a danno delle imprese sane e dei lavoratori. Sta per aprirsi una stagione di lavori pubblici veramente imponente dove, ci sarà gran bisogno di manodopera qualificata».

«La Calabria, signor presidente - conclude Celebre – ha bisogno di una politica del lavoro seria, non di scorciatoie propagandistiche. Basta illusioni. Basta progetti costruiti per fare notizia invece che lavoro. Per noi la strada maestra è un'altra: legalità, diritti, formazione vera, contratti regolari, sicurezza, occupazione stabile e investimenti sul territorio calabrese e su questo siamo pronti a confrontarci e a dare il nostro fattivo apporto».