Telecomunicazioni, lo sciopero tocca pure Reggio: in piazza contro il "cambio di contratto imposto da Assocontact"- FOTO
Stamattina, in tutta Italia, si sono svolte manifestazioni sindacali per protestare contro la decisione di Assocontact di applicare, a partire dal 1° febbraio per i lavoratori del settore delle telecomunicazioni. Anche a Reggio Calabria, in Piazza Italia, si è tenuto un presidio promosso dalle sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, che hanno ribadito con forza la loro posizione: «I diritti delle lavoratrici e dei lavoratori non sono in vendita».
Le motivazioni dello sciopero risiedono nella scelta di Assocontact di sottoscrivere un contratto con un sindacato considerato irrilevante all’interno del settore, con il rischio di minare i diritti acquisiti e abbassare il costo del lavoro. I sindacati denunciano da tempo la necessità di un percorso condiviso con tutti gli attori del settore, compresi i committenti, per garantire regole certe e trasparenti, con l’unico contratto di riferimento che deve rimanere quello delle telecomunicazioni.
«È stato indetto uno sciopero nazionale per manifestare contro la decisione di Assocontact, di uscire dal contratto delle telecomunicazioni di riferimento, creando un nuovo contratto ad hoc, andando a ledere le tutele e i diritti acquisiti dai lavoratori». Così ai microfoni de IlReggino.it il consigliere nazionale Ugl Telecomunicazioni Giancarlo La Monica. «Tra le cose, i permessi saranno abbattuti al 50%, la malattia che nel contratto nazionale delle telecomunicazioni è normalmente pagata dal datore di lavoro ai primi tre giorni, con questo nuovo contratto non sarà retribuita, e inoltre non sarà nemmeno garantito il diritto alla disconnessione, perché il lavoratore in qualsiasi momento può essere chiamato dall’azienda, senza la garanzia di un giorno libero. Il nostro intento è anche quello di chiamare in causa i committenti, le grandi aziende nazionali come Enel, per metterli davanti alle proprie responsabilità».
Infatti secondo Giuseppe Cantarella, coordinatore generale Uilcom: «Questo cambio di contratto collettivo nazionale va a ledere i diritti lavoratori dopo vent’anni di battaglie. Ci ritroviamo oggi a dover combattere contro un’azienda che ha deciso improvvisamente di cambiare passo, riscrivendo delle regole nuove che vanno sicuramente a ledere non solo la parte economica, ma anche e soprattutto quella dei diritti fondamentali di ogni lavoratore. Chiediamo inoltre un intervento degli amministratori locali, perchè anche sul territorio reggino sono circa 45 i lavoratori a rischio».
Maurizio Nobile rappresentante Fistel Cisl sul territorio reggino:«Siamo qui a manifestare questa situazione poco comprensibile ad oggi, una situazione in cui l’applicazione di un contratto che in parte delegittima anche tutti quelli che sono i diritti acquisiti con il contratto telecomunicazioni, frutto di lavoro sindacale, fatto di valori e clausole ragionate in tutti questi anni. Si parla anche del regime di territorialità, perchè con l’applicazione di questo nuovo contratto si presenta la possibilità che i lavoratori vengano spostati anche nelle sedi fuori dal territorio nazionale. Come sindacati ci chiediamo quale sia la motivazione per cui queste aziende vogliono uscire dal contratto delle telecomunicazioni».
«Questa di oggi è l’ennesima protesta dei lavoratori anche contro questo Governo che parla tramite proclami però di fatto non fa nulla». Secondo il segretario della UIL di Reggio Calabria Giuseppe Rizzo: «Di fatto l’interesse del Ministero del Lavoro non è reale, sono stati dati numeri di nuovi occupati che non sono reali, numeri di nuovi contratti a tempo indeterminato che non sono reali. Se continueremo a essere governati da chi ha come unico interesse la propria campagna elettorale, i poveri saranno sempre più poveri e le aree del Sud saranno sempre più spopolate».