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06/10/2025 ore 20.00
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A TU PER TU | Il coraggio di credere nelle storie: Violetta Rovetto e Matteo Ferrara tra cinema, sogni e prime volte - VIDEO

Sul truck di LaC, regista e protagonista de "Il Migliore dei Mali" si raccontano tra indipendenza creativa, identità queer, Calabria nel cuore e quel debutto sul grande schermo che cambia tutto
di Silvio Cacciatore

C’è un’energia speciale che si respira sul lungomare Falcomatà quando Reggio Calabria diventa set, palcoscenico e cuore pulsante del Reggio Calabria Film Festival. Ed è proprio lì, sul truck del Network LaC, che abbiamo incontrato due voci nuove ma già potentissime del panorama cinematografico italiano: Violetta Rovetto, regista e sceneggiatrice, e Matteo Ferrara, attore giovanissimo ma già con una presenza che colpisce.

Insieme ci hanno portato dentro “Il Migliore dei Mali”, un film che nasce da un fumetto, cresce tra scrittura e set, e oggi è visibile su Prime Video, a disposizione di chi ha voglia di scoprire storie vere, scritte con la pancia e girate con il cuore.

«Io ho iniziato molto presto, ben prima dei social», racconta Violetta, che oggi è nota anche per il suo lavoro di divulgazione cinematografica sui canali digitali. «Facevo sketch, poi ho cambiato rotta e mi sono avvicinata alla scrittura e alla regia. Questo film nasce da un fumetto, e da lì è iniziato un percorso che ha coinvolto produttori, sceneggiatori, artisti. È stato tutto tranne che un salto nel vuoto».

Un percorso partito dal basso, come spesso accade nel cinema indipendente, dove ogni risorsa è preziosa e ogni scelta deve essere ragionata: «Abbiamo usato effetti visivi un po’ grezzi, volutamente old school. Ma è anche questa la bellezza del nostro lavoro: raccontare con pochi mezzi, ma tante idee».

“Il Migliore dei Mali” è un film che mescola ambientalismo, identità queer, temi sociali e formazione personale, ma lo fa senza retorica. È una storia che vibra, che si lascia guardare con gli occhi e con la pelle. E ad accompagnarla, sullo schermo, c’è un protagonista che al tempo delle riprese aveva appena 15 anni: Matteo Ferrara.

«Il mio personaggio si chiama Dante. È un ragazzo dolce, un po’ buffo suo malgrado, e molto vicino a me», racconta con lo sguardo attento di chi ha già imparato ad ascoltare i ruoli che interpreta. «Mi ha aiutato a conoscermi meglio, a tirare fuori lati che non sapevo di avere. E con Violetta è stato tutto semplice: sul set c’era sintonia, rispetto e voglia di fare».

Il legame con la Calabria è forte, e non è solo un caso se gran parte del film è stato girato tra Rende, Cosenza, la Sila. «Io in Calabria ho lasciato il cuore», dice la regista. «Per me tornare qui, al Reggio Film Fest, è una specie di chiusura del cerchio. Un ritorno a casa».

Matteo, invece, dalla Calabria proviene: «Sono di Vibo, e girare qui è stato come girare nel mio cortile. È bello sapere che qualcosa nato da qui può arrivare così lontano».

Il film oggi è su Amazon Prime, a disposizione di tutti. Ma quello che resta impresso – al di là della piattaforma – è la forza della narrazione giovane, fresca, onesta. È un’operazione che dimostra che il talento, quando trova spazio, può cambiare le regole. «È vero, non avevamo il budget di Netflix – sorride Violetta -. Ma avevamo qualcosa di altrettanto forte: la voglia di raccontare. E quella, nel nostro lavoro, è l’unico motore che non si spegne mai».

E a chi chiede quale sarà il prossimo passo, entrambi sorridono: ci sono nuovi progetti, nuove sceneggiature in cantiere, ma anche il desiderio di continuare ad imparare. Di mettersi in gioco, ancora una volta. Perché il Migliore dei Mali, forse, è proprio questo: non smettere mai di credere che anche una piccola storia, se raccontata bene, possa diventare universale.