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12/06/2025 ore 17.00
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Giubileo della speranza, pellegrinaggio da Reggio Calabria a Serra San Bruno

Nel cuore del Giubileo 2025, la comunità reggina della parrocchia di San Bruno ha raggiunto l’eremo del santo certosino per la Festa della Traslazione delle reliquie.
di Redazione

A guidare la celebrazione, l’arcivescovo Maniago: «San Bruno suona il “jobel” che annuncia l’inizio del tempo di conversione»

Nel silenzio dei boschi di Serra San Bruno si è rinnovata, il 9 giugno scorso, la Festa della Traslazione delle reliquie del fondatore dell’Ordine certosino. Un evento spirituale dal valore profondo che quest’anno si è inserito nel contesto del Giubileo della Speranza, accogliendo pellegrini da tutta la Calabria e in particolare dalla parrocchia di San Bruno di Reggio Calabria, accompagnati dal parroco mons. Angelo Casile. Con loro anche le comunità di Santa Maria Assunta e San Pietro di Squillace, guidate da don Enzo Iezzi.

A celebrare la Messa all’aperto, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, che durante l’omelia ha richiamato il valore esemplare del santo eremita per ogni credente: «Nella nostra terra è San Bruno a suonare il “jobel”, il corno che annuncia il Giubileo. Un tempo per rimettere ordine alle nostre vite, nel silenzio e nell’ascolto della Parola». Per Maniago, San Bruno diventa così «testimone autorevole di speranza» e guida spirituale per questo anno santo.

Il pellegrinaggio ha rinnovato un legame speciale: quello tra la parrocchia reggina e il Santuario di Santa Maria del Bosco, suggellato nel 2023 da un gemellaggio firmato da don Casile e dal rettore del santuario don Bruno Larizza. Dopo la celebrazione, come da tradizione, si è svolta la Benedizione dei bambini, molti dei quali vestiti da piccoli certosini, seguita dal suggestivo lancio di confetti colorati sulla teca con il busto di San Bruno. Ogni confetto raccolto – secondo la tradizione – custodisce la protezione del santo.

A rendere ancora più intensa la giornata, la processione tra i boschi della Certosa e il pranzo fraterno presso il Ritrovo “Santa Maria”, con ospiti d’eccezione come lo stesso arcivescovo Maniago e don Larizza. Nel pomeriggio, i fedeli reggini hanno visitato il Museo della Certosa, ospitato nel complesso monastico e aperto anche alle donne: una rarità che consente di entrare – seppur da visitatori – nell’intimità della vita certosina.

A guidare la visita, il fotografo Bruno Tripodi, memoria visiva del mondo certosino serrese. Un percorso immersivo tra 22 sale ricche di spiritualità, opere d’arte, testimonianze storiche e antichi strumenti di vita quotidiana dei monaci. A colpire in particolare la cappella del Crocefisso, ricavata in una torre cinquecentesca, luogo perfetto per chiudere il pellegrinaggio in raccoglimento e preghiera.