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18/10/2025 ore 04.50
Eventi

Gli Accademici della Cucina Italiana della Piana celebrano a Polistena la Cena Ecumenica

L’evento dedicato a “Gli arrosti, gli umidi e i bolliti nella cucina della tradizione regionale”

di Redazione

In occasione della Cena Ecumenica, gli Accademici della Cucina della Delegazione di Gioia Tauro Piana degli Ulivi si sono riuniti a Polistena presso l’enoteca ristorante «Donna Nela» per celebrare la conviviale ecumenica dal tema «Gli arrosti, gli umidi e i bolliti nella cucina della tradizione regionale».

Il Delegato Ettore Tigani ha avviato l’incontro con i saluti di benvenuto rivolti agli accademici presenti, al Coordinatore Territoriale della Calabria Rosario Branda, al Delegato di Reggio Calabria Giuseppe Alvaro, al Delegato dell’Area Grecanica Terre del Bergamotto Franco Prampolini e ai rappresentanti della delegazione della Locride Costa dei Gelsomini, Claudio Roselli e Cesare Laruffa, nonché ai graditi ospiti. Tigani si è soffermato sull’importanza della Cena Ecumenica, che unisce idealmente e spiritualmente, alla stessa mensa, gli Accademici di tutte le Delegazioni italiane e legazioni estere, condividendo la degustazione di piatti legati al tema dell’anno.

La Cena Ecumenica, ha sottolineato il delegato Tigani, costituisce l’occasione per sviluppare, attraverso la convivialità, la condivisione e l’amicizia, i valori della cucina italiana, con la valorizzazione degli elementi identitari dei cibi del territorio, non solo nella loro genuinità e originalità ma anche attraverso un menu rappresentativo della tradizione e tipicità locale.

Dopo la consegna del kit da parte del delegato Tigani alla nuova accademica Rosalba Sciarrone, si è entrati nel vivo della manifestazione con la presentazione del libro «Il vino. Storia e storie dalla Bibbia all’intelligenza artificiale» (Gangemi Editore) di Erminia Gerini Tricarico e Francesco Maria Spanò, giureconsulto e saggista originario di Gerace, Direttore People & Culture della Luiss Guido Carli di Roma, presente all’incontro. Il volume ripercorre la lunga storia del vino, intrecciando fonti storiche, religiose, culturali e tecnologiche dai tempi di Noè fino all’era dell’intelligenza artificiale.

La narrazione del saggio da parte dell’autore Spanò si è intrecciata con l’identità del popolo calabrese e, in particolare, con quella reggina, che si fonda anche su piccoli aspetti della vita quotidiana e, in questo caso, sul vino, coniugandosi perfettamente con il tema della conviviale.

A quel punto ha avuto inizio il simposio sulla cena ecumenica, curato dall’accademica Angela Maria Depino, che nel corso della sua brillante relazione ha evidenziato che «bollire, umidare, arrostire in Calabria e, specialmente, nella Piana di Gioia Tauro, si trasformano in storie, rituali e, soprattutto, in sapori inconfondibili. Storie di contadini, di pastori, di mare e di montagne, custodite gelosamente in ogni pentola e su ogni brace».

Nella Piana degli Ulivi – ha proseguito la simposiarca – «l’umido trova la sua massima espressione in preparazioni come il ragù, un sugo denso, ricco e sontuoso, che cuoce per ore e che trasforma la semplice pasta in un piatto della domenica. Ma è soprattutto nella tradizione della carne minuta che l’umido rivela la sua anima più autentica: il capretto, l’agnello o la capra in umido, cotti con pomodoro, cipolla, alloro e, a volte, un pizzico di peperoncino, sono i sapori della Pasqua, dei matrimoni, delle grandi riunioni familiari, dove il sapore pungente della carne si fonde con la dolcezza del sugo. È un piatto che sa di casa e di festa».

Ed ancora: «Arrostire, nella nostra terra, significa celebrare, significa uscire all’aperto. La tecnica dell’arrosto, soprattutto alla brace, è la regina di giornate di festa come il Ferragosto e la Pasquetta. È qui che nella Piana di Gioia Tauro si celebra il gusto primordiale della carne. La succulenza del maiale o la delicatezza dell’agnello non vengono semplicemente cotte, ma sublimano attraverso la sapienza della brace. La crosta croccante, la carne che rimane morbida all’interno e quell’inconfondibile profumo di affumicato e rosmarino sono la colonna sonora delle nostre estati e l’emblema di una convivialità senza filtri».

Infine: «I bolliti, l’arte dell’estrazione, del brodo e della purezza. Forse la tecnica più umile, ma fondamentale per la nostra dieta. Bollire è l’inizio di tutto, è il nutrimento essenziale. Pensiamo ai brodi di carne o verdure che sono la base di tantissime preparazioni e che, un tempo, erano il cardine di un’alimentazione modesta ma sostanziosa».

I lavori sono stati conclusi dalla tradizionale votazione degli accademici, che ha salutato positivamente l’intero evento.