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21/09/2025 ore 17.03
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La prima de "Il Nibbio" a Reggio: «Un atto responsabilità e amore verso la storia di Nicola Calipari, il suo esempio, il suo sacrificio»

Unanime lo stato d'animo espresso dal produttore Francesco Scavelli e dall’attore Andrea Giannini, presenti in piazza De Nava, e dall'attore protagonista Claudio Santamaria e dal regista Alessandro Tonda in collegamento in occasione dell'ultima serata del Reggio Calabria Film Fest
di Anna Foti

Sullo sfondo la facciata di palazzo Piacentini, sede del museo archeologico nazionale, vestita a festa per accogliere anche l’ultima serata della XIX edizione del Reggio Calabria Film Fest, mentre sullo schermo scorrono le sequenze de Il Nibbio, l’intenso film di Alessandro Tonda, sostenuto anche dalla Calabria Film Commission, ispirato a una storia vera, piena di umanità e di coraggio, finalmente raccontata attraverso il cinema. Con un tributo doveroso alla memoria di Nicola Calipari, nel ventennale della sua tragica scomparsa, ha voluto suggellare la conclusione della kermesse in riva allo Stretto il Reggio Calabria Film fest.

Poliziotto, militare e agente dei servizi segreti italiani, fu un uomo del dialogo ed era nato a Reggio Calabria nel 1953. Morì a Baghdad nell’esercizio delle sue funzioni il 4 marzo 2005. Stava riportando in Italia Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto tenuta prigioniera in Iraq per un mese perchè ritenuta una spia e che lui dopo contatti e trattative riservatissime, aveva liberato.

Un ritratto di straordinaria potenza e valenza umana è il film diretto dal regista Alessandro Tonda e interpretato da Claudio Santamaria, entrambi già vincitori del Globo d’oro 2025, presenti ieri sera ma in collegamento. A incontrare il pubblico reggino in piazza De Nava, per questa prima che avrebbe dovuto essere certamente più partecipata, il produttore anche lui calabrese Francesco Scavelli e l’attore Andrea Giannini, interprete del ruolo di Omero, il braccio destro di Nicola Calipari. Il talk condotto da Gianlorenzo Franzì, con Michele Geria alla direzione del Film Fest, si è pregiato anche della presenza del presidente della giuria del Film Fest, il vicedirettore di Rai Sport Massimo Proietto.

Forza e mitezza

«Ero ragazzo quando accadevano i fatti al centro del film – ha raccontato il produttore Francesco Scavelli – e ricordo quanto quella storia ci sconvolse. Appena c’è stata la possibilità di farne un film, da calabrese sono stato subito orgoglioso di sviluppare il progetto. Viviamo in una terra in cui sappiamo bene cosa voglia dire scegliere una strada piuttosto che un’altra. Ecco Nicola Calipari aveva scelto quella di servire lo Stato e di sacrificare la sua vita per un’italiana Bagdad.

Lui rappresenta tutti gli uomini e le donne impegnati ogni giorno a garantire la nostra Sicurezza. Erano anni che tentavamo di fare questo film ma c’erano questioni legate non solo al segreto di Stato. Con Nicola Calipari riapriamo anche un filone che mette al centro gli uomini della Stato e diamo voce ad una storia del nostro Paese molto conosciuta a livello internazionale e poco nota invece proprio in Italia. Nicola Calipari è stato l’unico a essere stato insignito della Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria motu proprio da un presidente della Repubblica. Fu Carlo Azeglio Ciampi.

Di Nicola si conosce il tragico epilogo dopo avere liberato Giuliana Sgrena anche se Nicola di vite ne aveva già salvate altre. Penso a Simona Pari, Simona Torretta, ai quattro contractors quando morì Fabrizio Quattrocchi. Siamo particolarmente orgogliosi di questo film che si è avvalso della collaborazione inedita dei servizi Segreti e di quella della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre che dell’insostituibile apporto dei familiari. Un film impegnativo che ci ha coinvolti e uniti tutti in un grande senso di responsabilità verso quest’uomo così mite e così forte al contempo. Un autentico esempio di coraggio e grande umanità», ha sottolineato il produttore Francesco Scavelli.

Una sfida emozionante

«Che il film sia proiettato nella terra dove Nicola Calipari è cresciuto è motivo di grande orgoglio e felicità. Vi ringrazio. La sua realizzazione è stata una sfida molto difficile e impegnativa. Ha richiesto un lavoro di approfondimento che ci ha reso sempre più consapevoli della responsabilità del ritratto inedito e molto poco conosciuto dal punto di vista dell’uomo oltre che del funzionario che stavamo realizzando. Ma ci ha anche reso profondamente orgogliosi di farlo. Nicola Calipari, di cui abbiamo parlato con i colleghi e con i familiari, rappresenta una speranza per tutti. Dona speranza pensare che ci siano nelle Istituzioni persone come lui», ha sottolineato il regista Alessandro Tonda, anche lui collegato da remoto.

Un colpo al cuore

«La prima lettura della sceneggiatura – ha raccontato l’attore Claudio Santamaria collegato da remoto – è stato un vero e proprio colpo al cuore. Mi sono subito innamorato. Ho avuto il privilegio di incontrare anche la moglie, Rosa Villecco Calipari, e così di conoscere l’uomo che c’era dietro il funzionario. È stata una lavorazione meravigliosa.

Un grande onore raccontare un pezzo di storia italiana così importante e interpretare una persona, un uomo delle Istituzioni per come io vorrei che fossero tutti gli uomini delle istituzioni. Un uomo di pace e un grande mediatore. Ma anche un amorevole padre di famiglia che ha dato sempre tutto sé stesso per amore della giustizia e della verità. Questo film mi ha dato tantissimo e credo fosse un film necessario che abbiamo realizzato tutti con la consapevolezza di trattare una grande storia e raccontare un grande uomo», ha sottolineato ancora l’attore Claudio Santamaria.

Armonia ed energia rare sul set

«Per me è stata una grande e doppia emozione. Avendo un passato lavorativo nelle forze dell’ordine, avevo avuto la possibilità di incontrarlo. Nicola Calipari era persona preparata e rigorosa ma anche accogliente e simpatica. Una persona minuta ma un gigante nella mediazione. Incarnava la vera forza che serve per mediare che non è quella fisica ma quella dell’umanità e dell’intelletto.

Un uomo di grande sensibilità che dimostrò la sua non ordinarietà quando, in un contesto in cui nessuno ne parlava, volle istituire un numero per prestare assistenza alle persone omosessuali che avessero problemi e che non fossero accettati in casa.

Una grande persona, davvero. Non a caso credo che sul set, guidati anche dalla “sua” mano, si sia lavorato in grande armonia e con una energia quasi magica e anche molto rara. Sono profondamente grato per questa esperienza e per questa proiezione nella sua terra di origine dove mi onoro di essere stasera», ha sottolineato l’attore Andrea Giannini.