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26/09/2025 ore 16.30
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Mediterranea, le pergamene ai 31 nuovi dottori annunciano la Notte europea dei Ricercatori: «Linfa vitale per il futuro» - FOTO

Si è svolta la cerimonia di consegna delle 31 pergamene ai neo dottori di ricerca, evento inaugurale della dodicesima edizione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori. Zimbalatti: «La ricerca è ascensore sociale e strumento per risolvere problemi concreti».
di Aldea Bellantonio

Un’aula magna Quistelli gremita ha accolto la cerimonia di consegna delle 31 pergamene ai nuovi dottori di ricerca dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Un appuntamento solenne che ha aperto ufficialmente la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori 2025, rassegna promossa dalla Commissione Europea e giunta alla dodicesima edizione.

«Oggi celebriamo il traguardo più alto della formazione universitaria – ha spiegato il prorettore delegato alla ricerca e al trasferimento tecnologico Massimo Lauria – con il conferimento delle pergamene a 31 nuovi dottori di ricerca. Sono figure altamente qualificate che questa università ha formato e che restituisce alla società con l’auspicio che possano costituire linfa vitale per il territorio. Da oggi fino a lunedì 29 settembre, la Mediterranea aprirà laboratori, spazi e competenze alla città, nella convinzione che il dialogo tra ricerca e società sia indispensabile per il futuro».

Lauria ha sottolineato due aspetti centrali dell’edizione 2025: «Abbiamo voluto aprire i nostri laboratori, luoghi spesso preclusi al pubblico ma cuore pulsante dell’attività scientifica, e parallelamente raccontare la ricerca anche attraverso linguaggi diversi, come la mostra fotografica sul Lungomare Falcomatà. In più, a tre anni dall’avvio dei progetti finanziati dal PNRR, abbiamo scelto di presentare i risultati e gli impatti raggiunti. Ci sarà uno stand in riva al mare dove i cittadini potranno dialogare direttamente con i nostri ricercatori, conoscere i progetti e comprendere come la ricerca incida sulla vita quotidiana».

Sul valore del titolo di dottore di ricerca è intervenuto Carmelo Moschella, segretario generale della Società Italiana del Dottorato di Ricerca: «Lavoriamo per valorizzare il dottorato a 360 gradi: non solo in accademia, ma anche nella pubblica amministrazione e nel settore privato. Troppo spesso, chi consegue questo titolo non trova sbocchi adeguati. Per questo serve promuovere politiche che riconoscano il capitale umano formato negli atenei. Le ricerche di oggi si concentrano su temi cruciali come l’intelligenza artificiale, la sostenibilità ambientale e la transizione energetica ed ecologica, e la Mediterranea rappresenta un’avanguardia nazionale su questi fronti».

Moschella ha portato un esempio concreto: «Personalmente mi sono occupato di telemedicina, studiando come introdurre meccanismi capaci di favorire l’accesso ai servizi sanitari per le comunità che vivono in zone remote della Calabria. È un esempio di come la ricerca universitaria possa avere ricadute dirette sul territorio, offrendo soluzioni innovative a problemi concreti».

La questione delle difficoltà nel fare ricerca in Italia resta aperta. «Il problema principale – ha aggiunto Moschella – resta quello delle coperture finanziarie, spesso insufficienti. Molti giovani sono costretti ad andare all’estero. Tuttavia, si sta lavorando per ampliare i fondi e, soprattutto, per promuovere la possibilità che i dottori di ricerca trovino sbocchi anche fuori dall’accademia, nei settori di ricerca e sviluppo delle imprese o nella pubblica amministrazione, che oggi più che mai ha bisogno di competenze nuove e aggiornate».

A chiudere la cerimonia è stato il rettore Giuseppe Zimbalatti, che ha sottolineato il valore simbolico e sociale dell’evento: «È ormai tradizione che l’ultimo venerdì di settembre si celebri in tutta Europa la Notte dei Ricercatori. Alla Mediterranea abbiamo voluto aprirla con la proclamazione dei nostri dottori di ricerca, giovani che hanno concluso un percorso impegnativo e che rappresentano il futuro del nostro territorio. Quest’anno ricorrono anche i vent’anni della Carta europea del ricercatore, che rafforza il senso delle iniziative che abbiamo programmato. La missione dell’università è formare, trasferire conoscenza e contribuire a risolvere problemi concreti. In un territorio come il nostro, dove la percentuale di famiglie senza un laureato è ancora tra le più alte d’Italia, la formazione è il vero ascensore sociale».

Il rettore ha rimarcato l’importanza del trasferimento tecnologico: «Accanto alla ricerca e all’alta formazione, l’università ha il compito di portare innovazione, dialogando con la città e aprendo i propri laboratori. Le attività previste – dai concerti sul Lungomare all’inaugurazione di nuovi laboratori di ingegneria, fino alle dimostrazioni scientifiche alla Villa comunale – vanno in questa direzione: rendere la scienza accessibile, utile e vicina alla società».

Il programma della Notte dei Ricercatori prosegue con l’esibizione dell’Orchestra del Liceo Musicale “T. Gulli”, la lectio del docente Dario Lo Bosco, la presentazione del volume di Claudio Cordova Criminalità socializzata. Le mafie nei social network. Dai pizzini ai post e le performance musicali dell’Ensemble dell’ateneo.

Un calendario che intreccia scienza, cultura e società, confermando il ruolo della Mediterranea come ponte tra ricerca e comunità.