Sezioni
25/06/2025 ore 08.30
Eventi

Musica è libertà: la Festa della Luce si accende ricordando Francesco Talia e le sue battaglie - VIDEO e FOTO

Una piazza gremita che canta, balla e respira di pace: sei ore di concertone a Villa San Giovanni grazie all’impegno di Bandafalò, Teatro Primo, Nuvola Rossa e degli amici di Francesco
di Silvio Cacciatore

Sei ore di musica, parole, colori, sorrisi e lacrime. Sei ore in cui una piazza intera, Piazza Valsesia a Villa San Giovanni, ha scelto non solo di ricordare, ma di continuare a camminare con Ciccio Talia, come se la sua presenza fosse ancora viva tra le mani di chi ha montato ogni palco o gazebo, acceso ogni luce, cantato ogni nota. E lo era davvero. La Festa della Luce 2025, nella giornata simbolica in cui si celebra Villa San Giovanni, si è trasformata in un villaggio dell’anima, dove ogni volto raccontava un ricordo, ogni voce un gesto, ogni suono un’idea. Tutti uniti da un filo invisibile che si chiama Francesco, e che continua a tessere legami, visioni, speranze.

Un concerto che nemmeno il Primo Maggio: oltre sei ore di esibizioni, performance, vibrazioni condivise. Sul palco si sono alternati amici, artisti, compagni di viaggio, familiari, tra cui Fulvio Cama, Gino Mattiani, Mimmo Soldano, Light Chili, Skunkiuruti, i Mattanza, Gaalgui Quartet, Costantino Talia, Fortunato Trefiletti e tantissimi altri. E poi, tra un brano e l’altro, le parole: ricordi intimi, dichiarazioni pubbliche d’affetto, piccoli grandi atti di memoria collettiva che hanno fatto il palio all’impegno nell’organizzazione delle associazioni Banda Falò, Teatro Primo e Nuvola Rossa.

«La Festa della Luce torna in piazza proprio nel giorno in cui si festeggia questa città – ha detto Giusy Caminiti, sindaca di Villa –. Era nata in un momento buio, per portare luce. Oggi torna con la luce di Ciccio Talia, con la forza gentile del suo pensiero. Francesco sognava una città dell’accoglienza, della solidarietà. Questa piazza oggi è esattamente questo sogno che prende corpo».

La forza e la dolcezza. L’impegno e la poesia. Francesco era tutto questo. E lo ha ricordato con il cuore tremante anche Giorgia Campo, dell’associazione Nuvolarossa: «È stato un gesto d’amore, più che un sacrificio. La passione che ci muove è la stessa che muoveva lui. Questa piazza è colorata, viva, piena di valori. E continuerà ad esserlo ogni anno. Perché i sogni di Ciccio vanno oltre i confini, arrivano fino in Africa».

Sì, perché la festa non è stata solo un ricordo, ma anche una chiamata all’azione: una raccolta fondi per completare la scuola dei mestieri in Costa d’Avorio, progetto internazionale che Ciccio aveva cominciato con la sua visione, e che ora porta il suo nome. Un progetto che cammina sulle gambe di tanti, come ha detto Antonio Oppedisano di Bandafalò: «Abbiamo lavorato notte e giorno. Ma il direttore d’orchestra è ancora lui, Ciccio. E ora si riparte, perché questo è solo l’inizio».

La raccolta fondi lanciata in occasione della Festa della Luce andrà a sostenere direttamente la costruzione della scuola “Francesco Talia” nel villaggio di Sankadiokro, in Costa d’Avorio: un progetto concreto che unisce formazione, dignità e futuro. In Africa, Francesco aveva già piantato i primi semi di quel sogno, camminando accanto alle comunità locali con discrezione e rispetto. Oggi, quel sogno diventa eredità viva, affidata all’Associazione Culturale Bandafalò, che invita a contribuire perché la luce, quella vera, possa continuare ad accendersi anche dove il mondo la spegne più spesso.

La serata, accompagnata da stand artigianali, cibo locale, associazioni solidali, ha fatto emergere in maniera spontanea, pacifica e potente anche la questione palestinese, che Francesco sentiva sua: un richiamo sincero alla pace, alla dignità, alla fratellanza oltre i confini e le barriere. Momenti toccanti, corali, che hanno fatto vibrare i cuori e le coscienze.

Christian Maria Parisi, del Teatro Primo, ha parlato di Francesco come di un “aggregatore culturale”: «Era capace di far passare concetti attraverso la musica e l’arte. Veder nascere questo villaggio colorato è la prova che lui è ancora qui con noi». La commozione ha attraversato la serata con onde silenziose e profonde. Ma in alcuni istanti, ha preso voce, ha tremato. Come quando Abramo Laye Senè, percussionista dei Gaalgui, si è lasciato andare, con voce rotta e occhi lucidi, ha spiegato il perché della sua presenza a Villa San Giovanni. «Non so spiegare la felicità che ho provato oggi. Era come se fosse la prima volta che non suonavo per lavoro, ma per amore. Per lui».

A rendere omaggio a Ciccio, anche i ragazzi del gruppo ultras Total Kaos Reggio Calabria 1990, oggi al seguito del basket popolare. Hanno scelto di festeggiare proprio a casa di Ciccio, nella sua Villa San Giovanni, i trent’anni di attività del collettivo, portando in piazza uno striscione che parlava chiaro: «Rispetto, accoglienza, musica e magia… grazie di cuore Ciccio Talia!». Un gesto semplice, diretto, profondamente sincero. Proprio come lui.

Ad accompagnare ogni momento, la voce emozionata della conduttrice, Elisa Barresi, amica di Francesco ancor prima di essere giornalista, che ha introdotto gli artisti con l’orgoglio di chi sa di essere parte di qualcosa di più grande. «La Festa della Luce unisce le parti sane della città e le mette insieme nello spirito di Francesco: condivisione, arte, bellezza. Fatevelo questo regalo, perché farlo è un po’ come farlo a lui. Ciccio era bellezza, e la piazza di oggi era meravigliosa come non lo è stata mai».

E così è stato. Un regalo che una comunità intera ha voluto fare a Ciccio. E che, in realtà, è stato Ciccio a fare a tutti noi: riaccendere la luce. Dentro, attorno, oltre.