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01/12/2025 ore 18.00
Interviste

Infanzia, solitudine digitale e nuove sfide: il Garante Emanuele Mattia traccia la rotta per il futuro

In un’intervista a tu per tu, il Garante metropolitano per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza di Reggio Calabria, Emanuele Mattia, racconta le emergenze del presente e le sfide che attendono le nuove generazioni. Dalla riorganizzazione dell’Ufficio all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla vita dei ragazzi, emerge un quadro complesso che richiede competenze, ascolto e nuove forme di tutela

di Elisa Barresi

A marzo di quest’anno è stata riconfermata la struttura del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Un Ufficio rinnovato nella sua composizione e nelle sue competenze, come spiega il Garante Emanuele Mattia: «Oltre alla figura del Garante, l’Ufficio oggi è composto da cinque membri recentemente nominati. Abbiamo sentito la necessità di integrare professionalità tecniche fondamentali per comprendere e intervenire sulle problematiche dell’infanzia: un medico, due pedagogisti, un esperto in intelligenza artificiale e un legale dell’Ufficio Legale».

Tra queste nuove figure, quella dell’esperto in IA spicca per originalità e urgenza. Mattia chiarisce subito: «La scelta non è affatto azzardata. Save the Children, nell’Atlante appena pubblicato, ha rilevato che il 95,7% degli adolescenti utilizza regolarmente l’intelligenza artificiale. All’interno di questo mondo esistono insidie di vario genere, e servono competenze tecniche per affrontarle».

Il Garante sottolinea come la formazione, già al centro dell’attività dell’Ufficio, debba ora includere anche la dimensione digitale e dell’intelligenza artificiale.

«Sì, è necessario. Il dato che più colpisce è che molti adolescenti usano i social perché si sentono soli. Nella solitudine cercano risposte nelle nuove forme sociali rappresentate dall’IA. Per questo servono studio, analisi e competenza: dobbiamo aiutare adulti e ragazzi a orientarsi».

Uno scenario che si fa sempre più complesso: «Da alcune ricerche emerge che i ragazzi raccontano all’intelligenza artificiale i propri problemi. Ma spesso l’IA fornisce risposte pericolose. È successo davvero, non è un rischio teorico».

Proprio per questo l’Ufficio sta monitorando con attenzione nuove ricerche accademiche: «Sto seguendo uno studio dell’Università Bicocca di Milano che trovo molto interessante: analizza la nascita di vere e proprie comunità digitali. È un fenomeno che va compreso e approfondito per capire come garantire davvero i diritti dei minori in questi nuovi spazi».

L’intervista si chiude con una consapevolezza: il mondo dell’infanzia sta cambiando rapidamente e l’intelligenza artificiale non è più un tema del futuro, ma del presente. Un presente che richiede competenze, ascolto e la capacità di costruire nuovi strumenti di protezione. E l’Ufficio del Garante di Reggio Calabria sembra voler andare proprio in questa direzione.