Scene di quotidiana ignoranza, Reba Reitano: «Discriminazione? Ormai sono abituata, ma è umiliante»
VIDEO | L’avvocatessa di Locri, protagonista di troppi episodi spiacevoli, ospite negli studi di Corso Garibaldi: «Dalle istituzioni nessuna solidarietà. Il problema è culturale»
«Quanto accaduto a Siderno non è il primo episodio che subisco». Ospite de “L’intervista”, il format di approfondimento giornalistico in onda dagli studi di Corso Garibaldi, è Reba Reitano, avvocatessa di Locri da anni vittima di episodi di discriminazione. L’ultimo della serie raccontato dalla nostra testata.
«Sebbene sia umiliante, io ormai sono abituata - racconta il legale, adottato negli anni ‘80 da una famiglia del posto - però penso a una persona più piccola o più fragile, non è bello essere sempre additati come neri e stranieri». Componente del direttivo del Pd locrese e impegnata anche nel sociale, Reba ha denunciato quanto accaduto in un video diffuso sui suoi canali social.
«Ringrazio ovviamente tutti quelli che mi hanno espresso solidarietà, sia tra colleghi che tra persone che non mi conoscono. Dispiace che nessuno dell’amministrazione comunale si sia fatto sentire, e questo mi porta a pensare che legittimi questi questi atteggiamenti. Non è normale che io debba ogni volta dire e spiegare che sono italiana».
«Se penso che l’Italia sia un paese razzista? Ovviamente non faccio di tutto il fascio, ma l’aria che si respira è pesante, anche rispetto al governo Berlusconi c’è più imbarbarimento e cattiveria tra le persone».
Quanto accaduto a Reba afferisce la sua vita privata. Ma anche nel mondo del lavoro la situazione non è dissimile. «È capitato che qualche agente di polizia fosse insospettito dal colore della mia pelle e mi chiedesse i documenti o spiegazioni su chi fossi, come se una persona di colore non potesse laurearsi o non potesse essere un avvocato. Tali comportamenti non possono rappresentare la normalità, siamo tutti uguali e bisognerebbe riconoscersi nell’altro».
Da dove ripartire dunque? Per Reba «Dal mondo della scuola. I ragazzini di base non sono razzisti, ma se vivono in un ambiente familiare e subiscono esempi negativi dai genitori siamo al punto di partenza. Il problema è culturale. Io ho la fortuna di avere spalle larghe, ma molti bambini sono fragili, devono avere qualcuno che aiuti loro nel percorso di accettazione e realizzare i loro sogni».