Calabria, Occhiuto e le dimissioni che dividono: «Perché si voterà tra quattro settimane?»
«Al presidente Occhiuto rivolgiamo sempre la stessa domanda: perché si è dimesso? Perché i calabresi saranno chiamati al voto tra quattro settimane?». Lo afferma il movimento Calabria 2030, che sottolinea come «non sia accettabile giustificare una scelta così grave con il semplice arrivo di un avviso di garanzia».
«Se davvero fosse questa la ragione – prosegue la nota – chiediamo allora al presidente: se vincesse nuovamente e dovesse arrivarne un altro, cosa farebbe? Si dimetterebbe ancora?».
Secondo Calabria 2030, «la giustificazione relativa ai dirigenti che non firmano appare risibile, una mortificazione per l’intera amministrazione e per i cittadini».
Da qui la riflessione: «Dimettersi per un avviso di garanzia significa di fatto rinunciare al principio della separazione dei poteri e consegnare la politica a un’irrilevanza pericolosa. È un atteggiamento che mina la credibilità stessa delle istituzioni».
«La realtà – conclude la nota – è che Occhiuto non ha senso delle istituzioni: le considera cosa propria, si atteggia a migliore in assoluto e non solo della Calabria, attacca la stampa libera ma si fa intervistare dai network compiacenti. La sua è una narrazione tutta soggettiva della Calabria, a cui il fronte progressista deve rispondere con le armi della democrazia e della dialettica. Queste elezioni rischiano di costare care alla nostra regione, oltre a rivelarsi inutili».