Cartella diabetologica informatizzata, Muraca interroga l’Asp di Reggio: «Perché 160mila euro a una società privata delle Marche?»
«Perché l’Asp di Reggio Calabria ha scelto di investire 160mila euro per l’utilizzo di un software per la cartella diabetologica informatizzata realizzato da un’azienda privata delle Marche?». È questo l’interrogativo posto dal consigliere regionale del Partito Democratico Giovanni Muraca, che interviene sul tema della digitalizzazione della sanità, mettendo in luce criticità e perplessità relative al progetto avviato dall’Asp reggina.
«La digitalizzazione è una grande opportunità, ma non può essere realizzata in fretta e senza considerare le reali necessità delle strutture e dei pazienti», afferma Muraca. «Il rischio di complicare il lavoro degli operatori sanitari e di creare disagi ai pazienti è concreto se non si procede con la giusta pianificazione».
L’Asp ha scelto di investire oltre 160.000 euro per ottenere, per tre anni, l’utilizzo di un software creato da una società privata marchigiana. Ma, secondo Muraca, questa operazione sarebbe stata decisa mentre è ancora in corso un processo di ristrutturazione e ammodernamento di diversi poliambulatori della provincia, già messi a dura prova da trasferimenti di personale e sovraccarichi organizzativi.
«In un periodo di riorganizzazione delle strutture, come il Polo Sanitario di via Willermin e altri, la fretta di implementare un sistema digitale rischia di aggravare ulteriormente la situazione. I tempi di visita si allungano e la qualità dell’assistenza potrebbe peggiorare», aggiunge.
Il consigliere solleva poi il tema della disparità tra i professionisti diabetologi, ponendo domande precise: «Perché solo alcuni possono contare su personale infermieristico di supporto? Le risorse informatiche sono distribuite equamente in tutte le strutture? Le reti internet sono adeguate a supportare il sistema?»
Un altro nodo critico è l’esclusione di altre figure professionali coinvolte nel trattamento del diabete e delle patologie correlate. «Un vero sistema integrato di cura non può prescindere dalla collaborazione tra tutte le figure coinvolte, come cardiologi ed endocrinologi», sottolinea Muraca.
Infine, l’attenzione si sposta sulla gestione dei dati sensibili, in particolare sul consenso informato dei pazienti e sulle garanzie di sicurezza. «In un settore così delicato, è fondamentale che le persone con diabete siano coinvolte attivamente e che siano tutelati i loro diritti alla privacy. L’investimento in innovazione deve essere accompagnato da una gestione trasparente e condivisa. Il nostro compito è garantire che le risorse siano impiegate per migliorare realmente il servizio sanitario, senza creare disagi ai cittadini e agli operatori», conclude.