Sezioni
31/10/2025 ore 13.17
Politica

Cessione Telecontact da parte di TIM: Alecci interroga il presidente Occhiuto

«Quattrocento famiglie rischiano di vedere compromesso il proprio futuro occupazionale. La Regione faccia la sua parte per tutelare questi lavoratori e porti la vertenza a Roma»

di Redazione

La decisione di TIM di cedere Telecontact Center alla nuova società DNA Srl apre scenari di forte incertezza per centinaia di lavoratori calabresi. A lanciare l’allarme è il consigliere regionale Ernesto Alecci, che annuncia la presentazione di un’interrogazione al presidente della Regione Roberto Occhiuto.

«Parliamo di circa 400 famiglie che rischiano di vedere compromesso il proprio futuro occupazionale e, di conseguenza, il loro progetto di vita – afferma Alecci –. Queste persone lavorano in TIM da oltre vent’anni e molti di loro mi hanno espresso personalmente tutta la loro preoccupazione di fronte a un futuro a dir poco difficile da comprendere e da accettare.

Passare da una Spa strutturata e conosciuta a una piccola realtà appena costituita con 10.000 euro di capitale sociale è certamente un salto nel buio che metterebbe paura a chiunque, soprattutto a chi nella nostra regione ha costruito una famiglia, comprato casa con sacrifici e conosce le difficoltà di rimettersi in gioco in un mercato del lavoro statico e complesso».

Per il consigliere regionale, la Regione Calabria deve assumere un ruolo attivo nella vicenda, «tutelando i lavoratori e garantendo la continuità produttiva». Alecci chiede che la vertenza venga portata ai tavoli ministeriali, «dove si giocherà la partita decisiva», e che il “dossier Telecontact” sia tra i primi affrontati dalla nuova Giunta regionale.

«Occorre – aggiunge – fermare il processo in atto o trovare soluzioni alternative più sicure, attraverso interlocuzioni con realtà imprenditoriali solide e affidabili. Intendo inoltre coinvolgere i parlamentari nazionali del Partito Democratico affinché il Governo non resti sordo di fronte a questa emergenza sociale».

Il consigliere conclude sottolineando la necessità di una politica industriale seria, in grado di preservare l’occupazione e di contrastare la progressiva desertificazione del tessuto produttivo calabrese.