Cittanova, la maggioranza crolla sul conflitto di interessi del Sindaco Antico
I consiglieri comunali di minoranza di Cittanova ritengono doveroso ristabilire la verità sui fatti
avvenuti nel Consiglio comunale del 9 settembre 2025, convocato solo a seguito della diffida
prefettizia (prot. 0100016 dell’8/09/2025).
La votazione sul punto all’ordine del giorno, “Verifica assenza di conflitto di interessi del Sindaco”,
si è chiuso con 6 voti favorevoli e 6 contrari. La legge è chiara: in caso di parità la proposta si
intende respinta. Il Consiglio quindi non ha approvato l’assenza di conflitto. Altro che “via libera”,
come raccontato nelle versioni fuorvianti diffuse dal sindaco Domenico Antico.
«La discussione ha fatto emergere nuovi fatti inquietanti:
- la proposta del sindaco di acquistare il terreno comunale per sanare un abuso edilizio
privato, nonostante il Codice Civile e i pareri ministeriali escludano e rendano nulla questa
possibilità; - la dirigente dell’Ufficio Tecnico, titolare di un incarico fiduciario di Elevata Qualificazione
(EQ), ha espresso parere favorevole: eppure la normativa anticorruzione (L. 190/2012, d.lgs.
39/2013), il Piano Nazionale Anticorruzione e il regolamento comunale stabiliscono che chi
riveste ruoli apicali deve garantire la massima imparzialità ed evitare situazioni di conflitto,
anche solo potenziale; - nonostante i tre diversi risultati delle perizie, la responsabile dell’Ufficio Tecnico non ha mai
ritenuto opportuno svolgere un sopralluogo per verificare lo stato del fabbricato, delegando
di fatto altri ad assumersi le responsabilità delle decisioni che poi avrebbe preso lei; - si è parlato di revoca di una sanzione da parte della stessa responsabile, sulla base di una
norma che non trova applicazione nel caso concreto; - è stato confermato che l’intero fabbricato del sindaco è privo di collaudo statico, circostanza
che rende ancor più discutibile ogni tentativo di “sanare” singoli manufatti; - è emerso l’uso di protocolli riservati, strumenti che dovrebbero essere utilizzati solo in
circostanze eccezionali, ma che sembrano essere diventati una modalità ordinaria di
corrispondenza tra il sindaco/ditta e l’Ufficio Tecnico.
A rendere il quadro ancora più grave, durante la seduta, alle ore 20, la dirigente dell’Ufficio
Tecnico ha abbandonato l’aula, lasciando inevase numerose domande poste dai consiglieri. A quel
punto, la minoranza ha proposto il rinvio del punto all’ordine del giorno, per garantire un confronto
con i tecnici competenti e un dibattito chiaro davanti ai cittadini. La maggioranza ha però votato
contro il rinvio.
Ma c’è di più: è stata negata anche l’audizione del responsabile del Sue, formalmente richiesta in
aula dai consiglieri di minoranza.
È legittimo che la cittadinanza si chieda, a questo punto: perché si è preferito impedire un
confronto trasparente con i dirigenti? Quale urgenza c’era di chiudere la discussione senza
fugare ogni dubbio?
La minoranza si dichiara disponibile ad un confronto pubblico, nella convinzione che il sindaco non
possa limitarsi a raccontare la “sua verità” solo attraverso piazze e dirette social, ma debba rispondere
nelle sedi istituzionali, davanti al Consiglio e alla cittadinanza.
Il sindaco ammetta le sue responsabilità e le bugie raccontate alla cittadinanza e ai suoi alleati. Nulla
è a posto, a partire dal suo conflitto di interessi personale – sempre negato – e finendo con i danni
provocati (e negati anch’essi) all’interno della Villa Comunale.
La maggioranza non ha avuto i numeri per votare che il sindaco non è in conflitto di interessi. E senza numeri non si può governare.
«Noi non smetteremo di vigilare – dichiarano i consiglieri –. Difendere la legalità significa anche
chiedere che i cittadini non vengano ingannati da versioni di comodo. La trasparenza si pratica sempre ed esclusivamente nei fatti, non nei soliti comunicati di parte».