Sezioni
29/12/2025 ore 06.30
Politica

Con il Consiglio comunale di oggi finisce l’era Falcomatà, ma quando inizia quella del nuovo centrosinistra?

Convocato per oggi in sessione urgente, il civico consesso concluderà l’iter di decadenza del sindaco nel frattempo diventato consigliere regionale. A traghettare il Comune verso le prossime elezioni sarà Mimmetto Battaglia, che avrà anche il compito di assicurare continuità all’amministrazione di centrosinistra

di Claudio Labate

Si concluderà ufficialmente oggi, lunedì 29 dicembre, l’era Falcomatà a Reggio Calabria, con il terzo e definitivo step in Consiglio comunale, che renderà effettiva la decadenza del primo cittadino nel frattempo diventato consigliere regionale.

Con ogni probabilità Falcomatà non prenderà parte alla seduta, come fatto nella precedente occasione, e il civico consesso non potrà che prendere atto della sua decadenza che arriva al termine di un periodo molto travagliato per l’ormai ex sindaco che prima di lasciare palazzo San Giorgio ha operato dei cambi in giunta, gli ennesimi - si parla di più di trenta assessori nominati durante la sua sindacatura - inasprendo i già complicati rapporti con il Partito democratico.

Come si ricorderà proprio le ultime settimana hanno visto protagonisti proprio Giuseppe Falcomatà e la segreteria provinciale che, al termine di una trattativa che ha coinvolto anche la segreteria nazionale, ha accettato la nomina a vicesindaco e quindi futuro facente funzioni di Domenico Battaglia, assessore al Bilancio, considerato un nome di garanzia per entrambe le parti.

«Questo è un onere ed un onore, soprattutto un onore – ha detto Battaglia - che ci prendiamo sulle nostre spalle, con senso di responsabilità, proprio perché si possa garantire questi ultimi sei mesi, per portare avanti un lavoro fecondo che ha caratterizzato questi ultimi due lustri, e centrare gli obiettivi che ancora restano da centrare».

Insomma, Battaglia si prepara a traghettare il Comune alle prossime consultazioni elettorali, mentre il Consiglio comunale di oggi provvederà a mettere il sigillo non solo alla pratica Circoscrizioni, ma anche ad una serie di regolamenti ed adempimenti che idealmente servono anche a dare un seguito all’esperienza Falcomatà, con Battaglia, in questo momento, ma probabilmente non per tutti, in prima fila tra i papabili candidati del Partito democratico.

Certo non va dimenticato che a questo step si arriva con la stampella offerta dal centrodestra che pur di portare in porto questi provvedimenti, considerati vitali per il futuro funzionamento della macchina amministrativa, ha deciso di siglare un patto con la maggioranza di centrosinistra per concludere questi iter entro la fine dell’anno.

È chiaro però che il centrosinistra stia giocando una partita nella partita, e la pretesa di gestire questa fase da parte del Partito democratico è più che legittima visto che comunque rimane il maggior partito di una coalizione in cui anche i più piccoli vogliono aver riconosciuta dignità. Che al secolo si scontra proprio con l’idea delle Primarie che però a quanto pare soltanto una parte dei dem vuole “a tutti i costi”. D’altra parte il tempo scorre, e proprio il nodo organizzazione tiene tutti col fiato sospeso. Dem e non.

La settimana prima di Natale una prima riunione tra i partiti della coalizione ha funzionato da antipasto per la discussione vera e propria che riprenderà col nuovo anno. C'erano Panetta, Bonforte e Bruzzese per il Partito Democratico, per AVS c'erano Delfino e Pontecorvo, per i 5 Stelle c'era Auddino, per il PRI Andriani, per il PSI Milana, per il Partito della Riformazione Comunista Massara e Pino Ciano, e per Italia Viva c'era un rappresentante venuto da Cosenza.

Proprio la questione “dignità” tra i componenti la coalizione ha fatto in qualche maniera spostare il discorso ancora sulla questione della giunta comunale che, va ricordato, va ancora puntellata. Si è messo in evidenza che il Pd con 4 consiglieri occupa praticamente sette caselle, e quindi ognuno cerca più spazio anche per giocarsi le sue carte fino al voto.

L’idea che si è fatta strada è che se si ha un candidato che metta tutti d’accordo, allora le primarie si possono anche non fare. Ma siccome «Maradona non c’è», si farà un tentativo esplorativo. Ma è un cane che si morde la coda, perché anche non farle, le primarie, significherebbe avere diverse candidature nello stesso campo.

Insomma, per alcuni si tratta solo di una scorciatoia che comunica all’elettorato che comunque si perderà, con l’idea che se si va disuniti si straperderà. Quindi il fattore tempo diventa fondamentale per sciogliere i nodi che sono già al pettina. Alcuni, tra i quali Saverio Pazzano o Massimo Canale, da parte loro non hanno tempo da perdere e non vogliono rimanere prigionieri di questo schema.

Non hanno alcuna intenzione di uniformarsi su un nome in cui non si identificano, e per evitare sorprese dell’ultimo minuto, stanno continuando a lavorare alla propria candidatura.