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24/04/2020 ore 22.45
Politica

Coronavirus a Reggio Calabria, Falcomatà si schiera con i fuori sede: «Devono tornare a casa»

Secondo il primo cittadino non può essere penalizzato chi ha rispettato le regole. La sua proposta è di fare il tampone a chi rientra
di Gabriella Lax

È tornato in diretta il sindaco Giuseppe Falcomatà ed è intervenuto sul tema dei reggini che non sono rimasti al Nord. Solo ieri avevamo ricevuto la lettera di una lettrice sconfortata dal fatto di non poter vedere il figlio, rimasto a Milano, e per le previsioni del presidente della Regione che vuole impedire, fino al termine del mese di maggio, il rientro in Calabria da altre parti d’Italia.

«Non possiamo voltare le spalle al grido d’aiuto dei nostri fratelli fuorisede – ha detto il sindaco, invece –  non lo possiamo fare per una serie di motivi: perché sono i figli di questa terra, per lo spirito di solidarietà e comunque, al di là di ogni valutazione di carattere etico e di visione del mondo, credo che non si possano lasciare queste concittadini fori sede per il semplice motivo che non possono essere penalizzati perché hanno rispettato le regole. Non possiamo dire a chi, dal 4 marzo in poi, si è fermato fuori dalla Calabria e ha rispettato delle regole, non possiamo dirgli di continuare a restare lontano.

Non lo possiamo dire a chi ha perso il lavoro, ai nostri studenti, ai figli di quelle persone che a causa della crisi e delle conseguenze economiche dovute al coronavirus hanno famiglie e genitori che non possono più permettersi di poter continuare a pagare l’affitto fuorisede. Non possiamo rimanere sordi». E spiega «Adottando i dovuti accorgimenti e le misure di carattere sanitario non possono essere ancora penalizzati. Daremmo un segnale bruttissimo: chi fa il furbo può cavarsela e chi rispetta le regole passa per poco intelligente e viene penalizzato». Ma quali soluzioni adottare?

La proposta di Falcomatà è semplice: «Venga loro fatto il tampone, semplicemente questo e al rientro li facciamo in regime di quarantena». Oltretutto non sarebbe difficile per un numero che non sarà elevato. E poi aggiunge: «La Città metropolitana è pronta, qualora fosse necessario, ad acquistare i tamponi per i nostri cittadini e farglieli per consentirgli di tornare. Lo faremmo anche se non ci spetterebbe, ma non me la sento di fare finta di nulla».