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17/11/2025 ore 12.17
Politica

Dal Partito democratico atto di sfiducia al sindaco Falcomatà: «O azzeramento della giunta o scioglimento anticipato»

In apertura di seduta, cominciata con oltre due ore di ritardo, il capogruppo dem Peppe Marino legge il documento firmato da sette consiglieri, avvertendo: «Possiamo ancora concludere questa consiliatura insieme»

di Claudio Labate

È l’ora delle decisioni gravi a Palazzo San Giorgio. In agenda il Consiglio comunale ha la contestazione dell’incompatibilità del sindaco Giuseppe Falcomatà eletto anche a Palazzo Campanella, con successive “comunicazioni” del primo cittadino. Ma quella che poteva sembrare una naturale evoluzione delle cose, si è trasformato in un dramma politico, il cui inizio affonda le radici nei mai distesi rapporti tra Falcomatà e il Partito democratico, il suo partito.

Riunioni su riunioni, di maggiora e anche di opposizione, si sono susseguite nelle oltre due ore di ritardo con cui si sono aperti i lavori. D’altra parte il “dentro o fuori”, al secolo «azzeramento della giunta o sfiducia”, dettato dai vertici dem locali, tiene in apprensione un po' tutti.

Pronti via e il capogruppo del Pd Giuseppe Marino prende la parola per dire che i gruppi del Pd e di Rinascita comune hanno depositato un documento di natura politica che «con delusione e rammarico» rappresenta le doglianze dei dem rispetto al metodo utilizzato dal sindaco per la rimodulazione della giunta comunale.

«Insieme abbiamo vinto le elezioni e insieme vorremmo portare a compimento questa consiliatura» dice Marino parlando di «responsabilità condivisa» ma anche prendendo atto che le scelte del sindaco vanno in un’altra direzione.

«Ciò che riguarda tutti deve essere approvato da tutti – ripete Marino -. I ruoli istituzionali non appartengono al singolo ma sono patrimonio di tutti».

«Alcuni di noi hanno la libertà di intervenire – è la denuncia di Marino - perché hanno rinunciato ad incarichi di primo livello, e quindi alla trattativa personale avviata dal sindaco. Conosciamo il Tuel e i poteri del sindaco ma conosciamo anche la responsabilità del Consiglio comunale, aula di rappresentanza del popolo reggino. È qui che ogni sindaco e assessore deve dare conto del proprio operato».

L’iniziativa del sindaco, definita «impulsiva e personale», manca per i dem dei passaggi politici. «Avrebbe dovuto convocare la sua maggioranza per aggiornare gli obiettivi dell’amministrazione e dei singoli settori. Sarebbe stato molto utile allargare la discussione a tutte le forze politiche del centrosinistra anche non rappresentate in aula».
Insomma per il Pd siamo di fronte ad una vera e propria «deriva personalistica», alla quale però i dem danno una sorta di via d’uscita.

Marino comunica infatti che si voterà solo il primo punto, e poi i firmatari del documento abbandoneranno l’aula, come «atto di sfiducia nei confronti di sindaco e giunta, frutto di scelte personali sganciate da valutazioni politiche e di merito». Ma la porta resta socchiusa, a patto che Falcomatà azzeri la giunta e ritorni sulle sue scelte.

Dai banchi dell’opposizione

«Anche il centro-sinistra cade nella dinamica che voi stesse avete più volte evidenziata». A dirlo nel suo intervento è l'altro Marino, Demetrio capogruppo di Fratelli d'Italia, per il quale non si tratta solo di frizioni personali e di leadership. «Non credo che sia solo questo il problema. Ma, invece, di progetto politico. Se la coalizione dopo 12 anni non riesce più a mantenere la maggioranza, vuol dire che la sua base sociale, elettorale, amministrativa è cambiata e che le promesse di coesione non possono bastare più».

Marino quindi fa notare che il vento elettorale è cambiato, soprattutto quando ricorda l’affermazione di Occhiuto in città: «Alla luce degli elementi emersi dalla situazione politica attuale – ha aggiunto Marino - si ritiene necessario che le forze che compongono la maggioranza assumano una posizione chiara e responsabile. In un contesto caratterizzato da instabilità, non risultano più sufficienti dichiarazioni generiche o richiami alla coesione. In un'amministrazione comunale la responsabilità politica non si esercita attraverso annunci, ma tramite strumenti concreti e trasparenti e verificabili».

È pertanto necessario, per Demetrio Marino, che le componenti della maggioranza definiscono con atto ufficiale se esistono ancora le condizioni per garantire la continuità della consiliatura. «Il Consiglio nell'interesse della città non può restare ancorato a una frase di incertezza profonda. E soprattutto prorogata».

E se Saverio Pazzano legge un documento scritto qualche anno fa, per chiedere al Partito democratico di andare fino in fondo o evitare ulteriori teatrini, per Armando Neri, l’auspicio personale e della lega è che a prevalere sia l’amore per la città: mentre voi siete qui a litigare su poltrone e metodi fuori da questa stanza c’è una città che attende risposte. Federico Milia chiede qual è il significato di chiedere una rimodulazione di giunta a sei mesi dalla scadenza del mandato. «Se c’è la volontà reale si prenda una decisione reale e si stacchi la spina».

Giuseppe De Biasi si ritrova sulla stessa lunghezza d’onda e si chiede se l’interesse del Pd è soltanto per avere delle poltrone di assessore o delle partecipate. «L’interesse del Pd verso questa città in questi anni non c’è stato e credo che – aggiunge con una battuta l’esponente del carroccio – abbiano inteso Falcomatà come una sorta di ufficio di collocamento».