"Ducale", dalla Cassazione terzo "no" alla richiesta di arresto della Procura per Giuseppe Neri e Giuseppe Sera
«Infondata e priva di pregio». Queste le parole usate dal procuratore generale della Corte di Cassazione nella sentenza, depositata questa mattina, che di fatto chiude all’ipotesi di arresto avanzata dalla Procura generale di Reggio Calabria nei confronti di Giuseppe Neri (difeso dagli avvocati Nico
D’Ascola e Antonino Curatola) e di Giuseppe Sera (assistito dall’avvocato Sergio Laganà).
Come si ricorderà La Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo, il 12 febbraio ha chiuso l’inchiesta “Ducale” contro la cosca Araniti di Sambatello che avrebbe avuto un ruolo attivo alle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e alle elezioni amministrative del settembre 2020, indagando complessivamente 24 persone, ai quali i procuratori aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e il pm Salvatore Rossello hanno notificato l’avviso di conclusione indagini. Tra questi ci sono anche il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale Giuseppe Neri e il consigliere comunale Giuseppe Sera, del Pd. Scambio elettorale politico-mafioso è l’ipotesi accusatoria contestata dalla Procura che, per Neri e Sera, aveva chiesto l’arresto, rigettato prima dal gip e poi dal Tribunale del Riesame.
Con la pronuncia della Cassazione, Neri e Sera mettono in bacheca il terzo “no” alla richiesta di arresto, tornando a respirare aria di politica attiva. D’altra parte, proprio Neri che rivestiva il ruolo di capogruppo dei meloniani a Palazzo Campanella, si era autosospeso dai ruoli istituzionali, mettendosi in qualche maniera da parte in attesa del giudizio. Stessa scelta – dimissioni da capogruppo del Pd a Palazzo San Giorgio – l’aveva fatta anche Sera.
La Cassazione, inoltre, ha confermato la sentenza del Riesame rigettando l’appello della Procura anche nei confronti del presunto boss Domenico Araniti e di suo genero Daniel Barillà, (difesi dagli avvocati Giovanna Araniti e Marco Gemelli). Per il primo, già in carcere per associazione mafiosa, i pm avevano chiesto l’arresto pure per lo scambio elettorale politico-mafioso, rigettato poi dal gip e dal Riesame. Lo stesso reato è stato contestato a Daniel Barillà, il presunto anello di congiunzione tra i politici e la cosca di Sambatello per il quale la misura cautelare era stata richiesta, e rigettata, anche per l’associazione mafiosa.