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11/09/2025 ore 19.00
Politica

Elezioni regionali, il sindaco di Melito Nastasi ai candidati: «Sanità, infrastrutture e cultura, l’Area Grecanica chiede risposte»

«Difendere Melito significa difendere l’identità grecanica, la tenuta dei servizi e la possibilità stessa di futuro per decine di comunità» scrive il primo cittadino.
di Redazione

Sanità, infrastrutture, scuola e cultura: questi i temi al centro della lettera aperta che il sindaco di Melito di Porto Salvo, Annunziato Nastasi, ha indirizzato ai candidati alla Presidenza della Regione in vista delle elezioni del 5 e 6 ottobre.

Il sindaco Annunziato Nastasi ha scelto di rivolgersi direttamente ai candidati alla Presidenza della Regione Calabria con una lettera aperta. Una presa di posizione che nasce «a nome di una comunità che non chiede privilegi, ma rispetto. Che non pretende favori, ma attenzione. Che non cerca scorciatoie, ma risposte».

Nastasi sottolinea il ruolo di Melito di Porto Salvo come comune più popoloso dell’Area Grecanica e centro nevralgico del territorio: «Se Melito esiste, l’Area Grecanica vive. Se Melito arretra, l’intero comprensorio rischia l’autoconsunzione».

Il sindaco pone in cima all’agenda la sanità, con la richiesta di una valorizzazione e riqualificazione dell’ospedale Tiberio Evoli, unico presidio sanitario dell’intera fascia ionica meridionale, insieme al rafforzamento dei servizi territoriali e dell’assistenza domiciliare.

Ma la lettera va oltre la sanità: «Serve una visione infrastrutturale che non si limiti a promesse, ma che si traduca in cantieri, collegamenti, investimenti. Serve una politica scolastica che valorizzi i poli formativi esistenti e ne potenzi l’offerta. Serve una strategia culturale che riconosca il valore della lingua, della storia, delle tradizioni grecaniche come patrimonio vivo e non come folklore da archivio».

Nastasi conclude invitando tutti i candidati a un incontro-dibattito per discutere dei bisogni dell’Area Grecanica: «La speranza è che, qualunque sia il futuro governo regionale, esso possa finalmente segnare una discontinuità: quella del ricordo e della cura verso una parte della Calabria che non chiede privilegi, ma solo giustizia e dignità».