Falcomatà presenta a Roma il suo ultimo romanzo "Tiri Mancini"
Lunedì scorso, presso il The Forum di Piazza del Pigneto a Roma, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha presentato la sua ultima fatica letteraria. “Tiri Mancini” rappresenta, per il primo cittadino reggino, non solo un ritorno alla scrittura, ma anche un approfondimento personale che affonda le radici nel difficile periodo della sospensione dalle sue funzioni di sindaco a causa di una condanna di primo grado per abuso d’ufficio, poi risolta con un’assoluzione definitiva.
Il romanzo si sviluppa attorno alla figura di Flavio Aquilani, un giovane avvocato del Sud Italia incaricato di difendere il sindaco Alex Sacripanti, accusato di omicidio. Nonostante l’apparenza di un thriller giudiziario, con “Tiri Mancini” Falcomatà analizza i dilemmi e le responsabilità della figura pubblica del sindaco, intrecciando la finzione con esperienze autobiografiche ed esplorando quindi i temi della giustizia, della gestione dei flussi migratori e del delicato equilibrio tra il potere politico e il senso del dovere personale.
Nel corso della presentazione, moderata dal professor Francesco Sirleto, storico e intellettuale impegnato nel dibattito politico, Falcomatà ha rivelato la genesi dell’opera: «Scrivo per scacciare i miei demoni e per fare i conti con me stesso», ha affermato. La stesura di “Tiri Mancini” è avvenuta infatti durante il periodo di sospensione, un momento di riflessione che gli ha permesso di trasformare la difficoltà personale in una narrazione profonda e intima.
Il romanzo, permette al lettore di immergersi nelle dinamiche di potere e nella vita privata di un sindaco, spesso ridotto a mera istituzione, offrendo uno sguardo dietro le quinte della vita pubblica e privata di chi è al centro delle decisioni. “Tiri Mancini” diventa, così, un racconto politico che riflette sul ruolo complesso e sfaccettato del sindaco, mostrando come la pressione istituzionale possa scontrarsi con le esigenze personali e portando il lettore a riflettere non solo sul protagonista, ma sul ruolo di chi amministra la cosa pubblica.