Farmaci oncologici cercasi, da Villa il grido d’allarme: «Situazione insostenibile, i cittadini hanno il diritto di curarsi»
«Io direi che oltre al quadro Reggino, è il quadro calabrese sulla sanità a non essere rassicurante». Antonio Morabito Segretario Metropolitano del Partito Democratico di Reggio Calabria rilancia l’allarme e, dopo le parole spese dal Governatore Occhiuto sulla sanità dal palco del Cilea, ricorda che «dopo dieci anni di commissariamento oggi il commissario è direttamente il presidente della Regione quindi non possiamo più prendercela con altri soggetti perché fino a ieri abbiamo scaricato la responsabilità sempre su vari colonnelli, generali o che venivano qui a dirigere la sanità.
Oggi Occhiuto è commissario, è commissario da due anni e mezzo e ha creato l’azienda zero di cui non si conosce allo stato attuale quali siano i compiti. Sembra sia un’azienda che ha solo un manager e nient’altro. In compenso, come abbiamo denunciato in tutti questi ultimi mesi, probabilmente chiuderanno la metà delle guardie mediche. Abbiamo avuto il problema del poliambulatorio di Gallico perché, ovviamente la spending review si fa sulle strutture sanitarie quindi vengono considerate costi passivi, costi per la salute».
L’allarme lanciato dal Pd è generale ma entra nel particolare delle emergenze sanitarie. «Affermano che tutte le strutture che sono non di proprietà, in affitto, devono essere dismesse. Il che vuol dire che la metà o anche oltre delle strutture che in questo momento offrono servizi ai cittadini verranno chiuse. Stiamo continuando a denunciare giornalmente le carenze di questa sanità. Non ultima la battaglia che ora ha messo sul campo il circolo di Villa relativa al problema dei farmaci oncologici».
Il circolo di Villa ha, infatti, raccolto le testimonianze dei cittadini e, in particolare, dei pazienti oncologici facendo emergere «un problema di accesso ai farmaci anti-blastici. Un problema di accesso ai farmaci antitumorali. C’è una sperequazione tra il prontuario di questi farmaci e il prontuario lombardo, veneto o dell’Emilia Romagna. Per questo noi abbiamo scritto al presidente Occhiuto nella doppia qualità di presidente della regione, di commissario nazionale per il ripiano dei debiti della sanità calabrese». È il segretario villese Vincenzo Musolino a confermare di aver depositato delle «specifiche domande.
Se questa sperequazione esiste. Se è vero che sostanzialmente agli specialisti oncologici calabresi, villesi, reggini è impedito di prescrivere i farmaci di ultima generazione molto più efficaci, non cardiotossici ma anche molto costosi? È vero che non ci sono dei farmaci antiblastici nel territorio reggino da qualche mese? C’è la differenza fra le terapie, per esempio, nella cura dei linfomi in Calabria e in Emilia Romagna. Noi abbiamo un sentore, che questa differenza e questa sperequazione ci sia e sia forte. Anche perché non si spiega altrimenti la differente qualità di vita e la differente aspettativa di vita. Per esempio, un neonato calabrese ha nei confronti di un neonato lombardo. Questa sperequazione è insostenibile e gridano vendetta i quattordici miliardi che stanno per essere sprecati sullo Stretto a favore del Ponte di Salvini. Questi quattordici miliardi gridano vendetta e sono sangue che gronda sulle vite di tutti noi. Evitiamo questo spreco. Investiamo questi denari nella sanità pubblica calabrese reggina e forse lottiamo per l’uguaglianza. Un termine così abbandonato, desueto ma essenziale per il nostro futuro».