Nuova giunta Falcomatà, Azione si tira fuori e rifiuta l’assessorato offerto da Falcomatà: «Non cadremo nel burrone»
Non c’è due senza tre verrebbe da dire, dopo l’ufficialità delle firme di Giusy Palmenta e Filippo Burrone. La terza firma c’è ma il decreto di Falcomatà è da ritenersi letteralmente carta straccia, perché l’assessorato assegnato ad Azione nella persona di Ramona Calafiore è stato rifiutato in questi minuti dalla segreteria metropolitana dei calendiani. Santo Surace sta seguendo la vicenda minuto per minuto fuori da Reggio, ma chi lo ha incrociato lo ha descritto deluso e perplesso dalle scelte operate dal sindaco.
«Azione rifiuta l’assessorato proposto dal sindaco Falcomatà e non cade nel burrone – afferma il segretario ironicamente, ma non troppo -. Abbiamo sempre inteso la politica come un servizio fondato su due concetti fondamentali, la meritocrazia e la qualità. Quindi, guardiamo avanti con prospettive di qualità».
Una dichiarazione netta e senza fronzoli quella del segretario di Azione che aveva chiesto a Falcomatà rassicurazioni soprattutto sulla qualità. Se non vedo la qualità che può dare garanzie a Reggio in quest’ultimo scorcio di consiliatura – è il ragionamento di Suraci – allora non posso neanche accettare che si sacrifichino persone di alto profilo, svilendo il ruolo di assessore.
Una posizione inedita e coraggiosa quella di Azione che, in un momento segnato da diversi appuntamenti elettorali, trova la forza di dire no alle lusinghe del sindaco Falcomatà aprendo un altro fronte di scontro all’interno di una coalizione a cui sembra di rivivere le atmosfere dello scorso rimpasto di giunta. Il rifiuto di Azione, certamente disposta a discutere ma partendo da quei concetti di “meritocrazia e qualità”, arriva forse in maniera più inaspettata rispetto alla pur clamorosa nota del Partito democratico che bacchetta il primo cittadino in ordine ai metodi utilizzati nell’operazione che da “lampo” rischia ora di diventare di trincea con le immaginabili conseguenze in termini di efficienza amministrativa.
Adesso le patate bollenti tornano nelle mani del sindaco che, al di là del valore politico del rifiuto ricevuto da Azione, dovrà trovare una soluzione ad un problema grosso che rischia di generare altri problemi. O forse li ha già generati…