Occhiuto: «Mi dimetto perché la Calabria non può permettersi di fermarsi. Ora parola ai calabresi»
«La Calabria non può permettersi di restare bloccata. Se uno non ha coraggio, non può governare questa regione». Roberto Occhiuto, governatore dimissionario della Calabria, ha spiegato oggi pubblicamente – durante gli Stati Generali del Sud e a margine dell’incontro reggino di Forza Italia – le motivazioni che lo hanno portato ad annunciare le sue dimissioni, che saranno formalizzate nei prossimi giorni: «All’inizio della prossima settimana depositerò formalmente le dimissioni, poi decideremo insieme ai gruppi dirigenti la data delle elezioni».
Una scelta definita politica, non giudiziaria. «Non mi dimetto per un avviso di garanzia – ha chiarito – ma per il riverbero che questa vicenda ha avuto sull’amministrazione regionale. Dopo quell’atto, ho visto la macchina bloccarsi, le responsabilità disgregarsi. Ho temuto un lento logoramento. E allora ho scelto di ridare la parola ai calabresi, per capire se esiste ancora un rapporto di fiducia tra me e loro».
Occhiuto ha poi ribadito il rispetto per la magistratura: «Non cambio idea: sono molto riconoscente. Ho chiesto io di essere interrogato, non era loro dovere accettarlo. L’hanno fatto, ho chiarito tutto. In Calabria la magistratura svolge una funzione insostituibile e non va mai delegittimata».
Il presidente uscente ha parlato anche dei tempi della giustizia, «non compatibili con quelli del governo», e di una scelta che mira a evitare il rischio di un vuoto istituzionale. «Se la vicenda dovesse restare sospesa per altri cinque o sei mesi, la Regione perderebbe un anno – ha detto –. E la Calabria non può più permetterselo. Qui, quando si ferma la politica, si ferma tutto».
Un riferimento, poi, alla coesione interna del centrodestra: «Tutti i partiti della coalizione hanno condiviso la mia scelta. E voglio ringraziare il mio amico Francesco Cannizzaro: è il miglior coordinatore regionale d’Italia». Proprio Tajani, secondo Occhiuto, ha avuto «la capacità di costruire un clima di serenità e di comunità nel partito», rendendo possibile una stagione di governo «che ha dato risultati», come «l’aeroporto di Reggio, tra i più in crescita d’Europa, e il salvataggio della sanità con i medici cubani».
Occhiuto non ha escluso la ricandidatura e ha già messo in chiaro le intenzioni future: «Riunirò tutti i direttori generali della Regione e dirò loro che saranno giudicati sulla base del lavoro che faranno in queste settimane. Perché io sono convinto di poter vincere di nuovo. E chi governa deve avere gli attributi».
Una scelta che, secondo il governatore, rompe la consuetudine calabrese: «Di solito, a un anno dalle elezioni, arriva un avviso, si decapita il Presidente, si apre il vuoto. Ma stavolta no. La storia la scrivono i calabresi, alle urne».