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11/09/2025 ore 13.40
Politica

Occhiuto rivendica i risultati, Tridico denuncia il disastro: la sanità calabrese infiamma la campagna per le regionali

Tra medici cubani, pronto soccorso affollati e ospedali delle aree interne, il duello tra i due candidati accende la corsa elettorale
di Silvio Cacciatore

La campagna elettorale in Calabria entra nel vivo e si concentra sul tema cruciale della sanità. Da Catanzaro, in una cena di beneficenza, sono arrivate le parole dei due principali contendenti: Pasquale Tridico e Roberto Occhiuto.

Il candidato del centrosinistra non ha usato mezzi termini: «Bisogna togliere la politica dalla sanità e ricreare la rete di medicina territoriale, di case di comunità e di ospedali delle aree interne che non sono stati costruiti». Tridico ha raccontato la sua visita all’ospedale di Reggio Calabria, con il pronto soccorso «affollatissimo di persone che arrivano dalle aree interne». Per lui la causa è chiara: «Non si prende in carico il malato dove vive, non c’è medicina territoriale, non ci sono ospedali di comunità. Da qui bisogna ripartire».

Sul reclutamento dei medici ha bocciato l’esperienza dei professionisti cubani, definendola «un fallimento», e proposto incentivi concreti per far rientrare i camici bianchi calabresi emigrati: «Se noi riusciamo a mettere 6-7.000 euro pro capite sul fitto dell’alloggio, possiamo chiamare i medici che lavorano fuori e dire loro: venite, qui si può vivere e lavorare negli ospedali della Calabria».

Nel suo tour elettorale, ha spiegato, sta toccando soprattutto i piccoli centri: «Sento un’onda crescente fortissima. Giro per sette, otto paesi al giorno, piazze, borghi, bar. Incontro anziani che giocano a carte e chiedono solo una speranza su come curarsi se si ammalano».

Tridico non ha mancato di criticare il bilancio dei quattro anni di governo Occhiuto: «Abbiamo visto più povertà che in quarant’anni e più lacune nella sanità delle aree interne che in decenni. Un disastro senza precedenti».

A margine, ha commentato anche l’esclusione di Mimmo Lucano dalle liste di Avs per effetto della legge Severino: «Non è una bella notizia. Abbiamo opposto ricorso chiedendo la sospensiva, come già accadde per il Comune di Riace. Confidiamo che anche stavolta possa valere, ma in ogni caso rispettiamo le decisioni dei giudici».

Di segno opposto il discorso di Roberto Occhiuto, presidente dimissionario e ricandidato: «Sto facendo una campagna col sorriso, raccontando ciò che ho fatto e ciò che intendo fare. Agli altri lascio le polemiche, i no e le fake news. Io vorrei una Calabria che sia tutta una regione del sì». Ha detto di percepire entusiasmo e fiducia in tutte le province: «Sono molto fiducioso non solo di vincere ma di essere inondato dall’affetto dei calabresi».

Sul fronte della sanità, Occhiuto ha difeso le sue scelte: «Io sto riparando ai fallimenti di chi ci ha governato prima, dei commissari che non facevano assunzioni, che non investivano un euro, che perdevano perfino il piano Covid. Ho assunto 5.000 persone, altrimenti oggi gli ospedali sarebbero chiusi. E se non avessi chiamato i medici cubani, molti reparti sarebbero in difficoltà». Ha rivendicato inoltre la chiusura dei bilanci delle aziende sanitarie «fermi da dodici anni» e la crescita della Calabria nei punteggi Lea: «Non è ancora abbastanza, ma finalmente stiamo ricostruendo dopo anni in cui si è pensato solo a distruggere».

Il governatore uscente guarda ora alla fine del commissariamento e del piano di rientro: «Sono due camicie di forza. Una volta superate, potremo governare la sanità con la stessa determinazione con cui abbiamo rilanciato turismo, aeroporti, agricoltura e consorzi di bonifica».