Ponte sullo Stretto, il Comune di Messina: «Rilievi della Corte dei Conti confermano le nostre perplessità»
«Per nulla ci sorprendono i rilievi mossi dalla Corte dei Conti al deliberato Cipess che, peraltro, non conosciamo nel suo esatto contenuto. Del resto, i nostri ricorsi al Tar sono stati mossi tutti dalla stessa premessa: la carente motivazione nella valutazione degli atti decisionali, le innumerevoli criticità ambientali mai adeguatamente affrontate, il mancato approfondimento delle alternative progettuali rispetto alla soluzione prospettata, la violazione della normativa comunitaria sull’obbligatorietà del parere della Commissione europea, che aveva già espresso valutazione negativa sulla cosiddetta Vinca».
Così il sindaco, la giunta e il gruppo consiliare “Città in Movimento”, che intervengono sul pronunciamento della magistratura contabile.
«Molto possiamo dire sulle stime di traffico, che la stessa Corte dei Conti ritiene non adeguate: a fronte di una diminuzione di quasi il 50% del traffico da e per la Sicilia negli ultimi vent’anni, quelle prospettate per il progetto ponte risultano eccessive. Inoltre – aggiungono – non è stato richiesto l’avviso del Nucleo di valutazione Nars, né il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), l’unica in grado di fornire una valutazione indipendente e realistica».
Per l’amministrazione comunale, anche il cosiddetto report Iropi presenta criticità di fondo: «Indicare tra i motivi di rilevante interesse pubblico la salute e la natura strategico-militare dell’opera significa smentire la vocazione trasportistica con cui il progetto è stato narrato per decenni dai governi italiani».
Il Comune ribadisce inoltre che il progetto definitivo «non tiene conto delle alternative già individuate, compresa l’alternativa zero, e si basa su elaborati vecchi di vent’anni. Appare difficile che nei 20 giorni previsti si possano superare le carenze evidenziate».
Infine, la chiusura: «La Corte dei Conti esercita un controllo di legittimità: la politica e gli amministratori non possono fare altro che attendere l’esito delle valutazioni nel massimo rispetto della magistratura contabile, così come vuole uno Stato di diritto».