Ponte sullo Stretto, oggi l'udienza per il contenzioso. Il PD Villesse avverte: «Il Governo vuole sostituirsi ai tecnici»
Il caso Ponte sullo Stretto è ormai diventato un affare prettamente politico ma non mancano risvolti legali che, proprio oggi, prenderanno la scena. Mentre spunta una nuova normativa all’interno del nuovo “Decreto Ambiente” che prevede che la decisione politica dei componenti il Governo ha il “valore” di VIA, di valutazione tecnica di impatto ambientale (art.1 del testo approvato in CDM) che consentirebbe di superare ogni obiezione tecnica, ogni stop di tutela ambientale e di trasferire la “decisione” a livello politico, al livello di compromesso tra Forze in competizione, di scambio interno funzionale alla prosecuzione dell’esperienza del Governo Meloni, dall’altro il Ponte finisce in aula. Infatti, proprio oggi si apre il giudizio civile dove pende il contenzioso tra Stretto di Messina ed Eurolink.
Tutto risale al freno che il governo Monti nel 2011 tirò sull’opera. Eurolink chiede un risarcimento di 700 milioni di euro per la mancata realizzazione dell’opera. La sconfitta in primo grado non ha fermato Eurolink che ha ricorso in appello. Cresce l’attesa per la sentenza. Intanto si intrecciano inevitabilmente le vicende politiche e giudiziarie perché, come sollevato dal Partito Democratico villese, la decisione di Salvini con la nuova normativa «è una forzatura».
La denuncia del Pd
A sostenerlo è il segretario cittadino Vincenzo Musolino che evidenzia come «per dire la verità, noi ce lo aspettavamo. Gli addetti ai lavori se lo aspettavano, perché di fatto già la Commissione VIA, quindi la commissione tecnica chiamata a pronunciarsi sulla fattibilità e sulle ricadute ambientali del Ponte sullo Stretto, aveva già espresso molteplici prescrizioni e richieste di integrazione al progetto originario presentato da Stretto di Messina. Le osservazioni prodotte da Stretto di Messina sono oggettivamente carenti, e se ne sono accorti un po’ tutti. Anche noi, come Partito Democratico, abbiamo presentato le nostre osservazioni alle integrazioni, e di fronte a questo, che ormai è evidente, ovvero che il progetto definitivo è carente e non emendabile, Salvini tenta la mossa politica».
Sostanzialmente, cosa fa? «Crea un decreto legge (l’ultimo decreto ambientale) in cui, all’articolo 1, viene stabilito che i provvedimenti emessi nel contesto della legge 400 del 1988, quindi le decisioni governative del Consiglio dei Ministri, assumono valore di pronunce di valutazione di impatto ambientale. In pratica, a Salvini e al governo basterà pronunciarsi all’interno del Consiglio dei Ministri per sostituirsi ai tecnici e decidere che le valutazioni di impatto ambientale sono una questione di carattere politico, aprendo così i cantieri del ponte, nonostante il Ministero dell’Ambiente abbia dichiarato che il progetto è sbagliato e insufficiente».
Proprio nel giorno in cui il tribunale stabilirà le sorti del contenzioso tra Eurolink e il Governo, questa manovra per il dem «è senza dubbio una forzatura. Questo certifica quello che noi, come Partito Democratico, abbiamo detto da tempo: la questione del Ponte sullo Stretto non è una questione tecnico-scientifica, ma un’accelerazione politica dettata da una forza precisa, che è la Lega di Salvini. Salvini, di fatto, si sta comportando non come un ministro, ma come un lobbista, sostenendo e tutelando interessi privati piuttosto che l’interesse generale».
Come vi opporrete a questa decisione ormai praticamente imminente? «Denunciandola. Dobbiamo denunciarla a tutti i livelli. Noi, come forza di opposizione nazionale, lo faremo, e lo faremo anche sul territorio, a Villa San Giovanni e Messina, contro questo decreto legge palesemente incostituzionale. Continueremo a rivolgerci a tutti, inclusi i consigli comunali, come quello di Villa San Giovanni. Oggi, in un post su Facebook, ci siamo rivolti anche all’opposizione, e in particolare a Forza Italia, che a Villa San Giovanni è rappresentata dalla corrente di Cannizzaro. A loro diciamo: «Svegliatevi! Non è più possibile continuare a dar credito a Salvini. Villa San Giovanni non è la periferia della spianata di Pontida, dobbiamo rappresentare i nostri interessi e tutelarci da soli».
A tutti i consiglieri comunali diciamo: scendete in piazza con noi! Manifestiamo contro l’apertura dei cantieri e uniamoci per dire: tuteliamo Villa San Giovanni e lo Stretto contro queste leggi false, contro queste normative sbagliate e incostituzionali».
Le osservazioni dell’amministrazione
Intanto al comune di Villa l’amministrazione è a lavoro per presentare le osservazioni concernenti la documentazione presentata dalla Stretto di Messina nell’ ambito delle richieste di integrazione del Mase.
«È stato un lavoro lungo, dettagliato, condiviso, che stiamo perfezionando in queste ore per inviare al Mase un documento tecnico scientifico in buona parte esposto durante il consesso dello scorso mercoledì 9 ottobre. Tanti gli aspetti considerati, con il supporto di molti professionisti che ringraziamo per l’impegno e la passione dimostrati : dalle faglie attive e capaci, alla tutela di Forte Beleno al piano di cantierizzazione.
I temi affrontati ricoprono valore non solo ambientale e urbano ma anche culturale, di identità territoriale, di una città che non vuole soccombere ad un progetto che allo stato attuale non da nessuna garanzia, dimostrandolo in tante occasioni pubbliche organizzate da questa Amministrazione o alle quali questa amministrazione ha partecipato. Nei prossimi giorni questo ente presenterà le osservazioni, per coinvolgere ancora una volta la città sul percorso di tutela vera del territorio».