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21/10/2025 ore 12.42
Politica

Reggio, il j’accuse di Serafino Nucera: «Meritocrazia ignorata nelle nomine che riguardano le società partecipate»

L’ex amministratore di Reges e Recasi critica le scelte dell’amministrazione comunale e punta l’indice su quello che definisce un bando incomprensibile: «Amministratori non in scadenza»

di Redazione

«Fino ad oggi sono rimasto in silenzio ma da cittadino e da ex amministratore. sento il dovere di dire chiaramente che a Reggio Calabria le nomine non vengono fatte per merito, ma per appartenenza politica»

Dopo le elezioni regionali e con quelle comunali sempre più vicine, si riaccende il dibattito politico anche attorno alle società partecipate del Comune di Reggio Calabria. L’analisi critica è di Serafino Nucera, ex amministratore delegato di Reges e Svi.Pro.Re, oggi consigliere della Camera di Commercio e membro del CdA della Stazione Sperimentale, che si dice stupito dalla recente decisione del Comune di Reggio Calabria di riaprire i termini per l’aggiornamento dell’elenco dei candidati alle nomine nelle società partecipate.

Secondo Nucera, la riapertura del bando è «difficilmente comprensibile», poiché nessuno degli attuali amministratori risulterebbe in scadenza di mandato. «Tutti stanno operando in un contesto complesso ma con risultati positivi. Perché allora riaprire un bando proprio dopo le elezioni regionali e a ridosso del rinnovo del Consiglio Comunale? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.»

L’ex amministratore richiama il regolamento comunale, che prevede la validità dell’elenco degli idonei per l’intero mandato del sindaco, aggiornabile solo in caso di carenze. «Se l’elenco è valido e completo, non c’è alcuna ragione di riaprirlo – afferma -. A meno che non si voglia usare la scusa del bando per preparare nuove nomine mirate».

Ma non solo, perché Nucera definisce «grave anomalia» il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Hermes S.r.l. che, avvenuta in data 9 ottobre 2023, sarebbe stata effettuata «in assenza della prescritta pubblicità preventiva, in violazione dell’art. 5 della Delibera Consiliare n. 71/2020, che impone la pubblicazione e trasparenza delle procedure di nomina».

Tale mancanza di pubblicità preventiva configurerebbe una violazione dei principi di trasparenza e correttezza amministrativa, con possibili ripercussioni sulla validità delle nomine e sulla legittimità degli atti successivamente adottati.

Le rivendicazioni di Nucera

Nucera ripercorre quindi il proprio percorso amministrativo, ricordando di essere stato nominato da diverse amministrazioni, comprese quelle guidate da Scopelliti, Raffa e dalla terna commissariale: «Sono stato l’unico amministratore confermato durante il commissariamento del Comune per mafia. Nel corso della mia gestione a Reges ho promosso diverse iniziative concrete per i cittadini: il progetto “Il Comune sotto casa”, l’apertura degli sportelli nelle circoscrizioni nuova sede al Girasole — poi inspiegabilmente abbandonata — e soprattutto la fusione tra Reges e Recasi, che ha riportato le società sotto pieno controllo pubblico, salvaguardando 150 posti di lavoro».

«Nonostante i risultati», Nucera lamenta il fatto di essere stato revocato dall’incarico, sostituito da un manager esterno proveniente da Messina. «Quel super-manager durò appena sei mesi, poi si dimise. Subito dopo, anche io fui rimosso dal CdA, senza alcuna motivazione».

Ancora più grave, secondo Nucera, fu la nomina al suo posto dell’amministratore di Recasi, mentre era in corso la fusione tra le due società. «La stessa persona rappresentava entrambe le parti della fusione. Una situazione che configurava un evidente conflitto di interessi: in pratica “vendeva e comprava” nello stesso tempo»

Quella decisione – racconta ancora Nucera - portò a un richiamo formale da parte dell’Anac e a una sospensione temporanea delle nomine da parte del sindaco, per violazione della legge 39/2013 sulle inconferibilità. Nucera ha attualmente un ricorso pendente al Tribunale per il riconoscimento dell’illegittimità della revoca. «Se il Comune dovesse perdere, ci sarebbe un danno erariale a carico dell’ente. Un tema che mi auguro venga approfondito dagli organi di controllo».

Infine l’ex amministratore si lancia in una considerazione che non fa una piega: «Le società partecipate sono strumenti pubblici al servizio dei cittadini, non un bottino politico da spartire. La legge 39 del 2013 impone criteri di competenza e trasparenza, e meritocrazia, ma a Reggio Calabria purtroppo, da anni, prevale la logica delle nomine di partito. Mi auguro che prima o poi la meritocrazia torni a essere il criterio guida delle scelte pubbliche. Solo così si potrà ricostruire fiducia nelle istituzioni».