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06/10/2025 ore 19.19
Politica

Regionali Calabria, Tridico concede la vittoria: «Battaglia breve e intensa, da noi risposta coraggiosa»

Dal suo quartier generale di Rende il candidato del campo largo ammette la sconfitta ed analizza la recente campagna elettorale. «Mia candidatura scelta di servizio fatta con orgoglio. Deluso da risultato ma confortato dal supporto ricevuto»
di Melania Neri

«È stata una battaglia vera, intensa, anche se molto breve. Una campagna elettorale improvvisa, dettata dalle dimissioni di Occhiuto nel pieno dell’estate, con l’evidente intento di coglierci di sorpresa. Ma il centrosinistra e il campo progressista hanno saputo dare una risposta vera, unita e coraggiosa. Ringrazio tutte le forze politiche che hanno sostenuto la mia candidatura — Laura Orrico, Nicola Irto, Bonelli, Fratoianni, i segretari regionali, la Casa Riformista e i riformisti calabresi —, e ringrazio i candidati della mia lista che, in pieno agosto, hanno accettato questa sfida difficile, raccogliendo le firme in un periodo in cui sembrava impossibile farlo.

Abbiamo girato oltre centoventi paesi, ascoltando un grido di dolore che attraversa la nostra regione: quello delle aree interne, della sanità al collasso, dei trasporti che mancano, della mobilità inesistente, dello spopolamento che svuota la Calabria. Quest’ultimo, insieme alla disaffezione verso la politica, spiega anche l’affluenza bassissima, appena al 43%, un punto in meno rispetto alle scorse regionali.

Lo spopolamento è oggi il principale problema della Calabria. Migliaia di calabresi, pur residenti, vivono altrove per lavoro o per studio. A ciò si aggiunge una crescente sfiducia nei confronti della politica. È su questo che dobbiamo intervenire: la politica deve tornare a dare risposte, deve poter fare le cose, senza paura di avanzare proposte radicali.

In Calabria il mercato da solo non basta. Serve una politica industriale attiva, un intervento pubblico deciso che accompagni e sostenga lo sviluppo. Aspettare il mercato o affidarsi ad accordi personali non può bastare. Serve una strategia di programmazione economica, e la Regione deve esserne protagonista. Il centrosinistra e il campo progressista devono essere ancora più chiari e forti su questo: a livello nazionale, ma soprattutto nei territori marginali del Paese, dove la presenza dello Stato è più debole.

La sinistra ha spazio e dovere di impegnarsi su questi temi: infrastrutture, sanità, trasporti, occupazione. Da parte mia c’è delusione per il risultato, ma anche grande riconoscenza verso chi ha creduto in questo percorso. Tanti attivisti, volontari, amici che hanno dedicato tempo, sacrificio e passione per la Calabria.

La mia è stata una scelta di servizio verso la mia terra e verso il campo progressista. L’ho fatto con orgoglio, per amore della Calabria, una terra che, anche quando ti porta lontano, non ti abbandona mai. Noi calabresi abbiamo questa sorte: restiamo calabresi ovunque andiamo, anche se qualcuno arriva a dirci che non lo siamo più solo perché non abbiamo la residenza.

Guardo al futuro con amarezza, ma anche con speranza. Spero di vedere una Calabria che rifiorisce, una terra capace di riportare i giovani a casa, di creare lavoro e dignità. Da qui parte un nuovo impegno: quello di far tornare i calabresi a credere nella politica, nella possibilità di una Calabria diversa, finalmente capace di sviluppo e giustizia sociale. Perché la politica deve fare di più. E noi continueremo a farla».