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08/09/2025 ore 18.05
Politica

Regionali in Calabria, Occhiuto avanti nel sondaggio Sky-YouTrend. Ma un terzo degli elettori resta sospeso

L'istituto: «Un esercizio di previsione su campione nazionale, non un sondaggio sull'elettorato calabrese». Tra percezioni e contestazioni, Occhiuto appare in vantaggio sulla possibilità di vittoria, mentre un elettore su tre resta indeciso. Tridico attacca: «sondaggio dopato»
di Silvio Cacciatore

La campagna elettorale in Calabria prosegue con un dato che fa discutere. Secondo la rilevazione realizzata da YouTrend per Sky TG24, alla domanda su chi sarà a spuntarla dalla tornata elettorale, il presidente uscente Roberto Occhiuto sarebbe in netto vantaggio sul candidato del centrosinistra Pasquale Tridico. Il governatore tocca il 43%, quasi venti punti sopra il leader progressista fermo al 24%. Numeri che, se confermati, consegnerebbero al centrodestra una vittoria senza storia. Ma a rendere il quadro meno granitico c’è il peso decisivo degli indecisi, che rappresentano il 33%: un elettore su tre in Calabria non ha ancora deciso da che parte stare.

Dietro le percentuali si nasconde però una precisazione non di poco conto. Quella realizzata da YouTrend non è un’intenzione di voto regionale, bensì un esercizio di previsione. La domanda posta al campione, infatti, riguardava «chi vincerà» nelle diverse regioni, non per chi si intende votare. Il sondaggio è stato condotto tra il 3 e il 5 settembre con metodologia CAWI, su un campione di 805 cittadini italiani rappresentativi della popolazione adulta, e ha un margine di errore stimato in una forbice maggiore o inferiore del 3,5%. In sostanza, è una fotografia della percezione di un campione di elettorato nazionale, più che una radiografia della Calabria.

Tridico non ci sta e attacca a testa bassa. «È l’ennesimo sondaggio dopato – ha detto –. Hanno chiesto una previsione e non un’intenzione di voto. E soprattutto non si sono limitati ai calabresi: anche chi vive a Trento ha risposto su cosa voterebbero i calabresi». Parole che mirano a smontare la credibilità del rilevamento e a neutralizzare l’impatto psicologico di un distacco che rischia di pesare come una sentenza anticipata.

La variabile decisiva resta quella degli indecisi. Con un terzo dell’elettorato ancora da conquistare, la forbice tra i candidati può restringersi o allargarsi, a seconda della capacità di mobilitazione sui territori. Lo stesso istituto sottolinea che il dato va letto come percezione generale, e che molto dipenderà dalla campagna sul campo, dalla partecipazione e dalla tenuta delle liste.

Proprio sulle liste si gioca un’altra parte della sfida. Da un lato la “potenza di fuoco” del centrodestra, che può contare su un apparato solido e su una rete di candidati radicati nei territori; dall’altro Tridico, che punta sulla propria competenza accademica e manageriale per proporsi come volto nuovo della politica calabrese. Sullo sfondo si muove Francesco Toscano, outsider in grado di pescare nel bacino del dissenso e di condizionare, almeno in parte, l’aritmetica finale.

La campagna, intanto, ha avuto il suo primo bagno di piazza. A Cassano all’Ionio, Occhiuto ha scelto di inaugurare la corsa elettorale con toni trionfalistici. «Vinceremo con più del 60% dei voti», ha rilanciato dal palco, raccogliendo l’applauso della folla. Una dichiarazione muscolare che stride con la prudenza dei numeri, ma che racconta la strategia comunicativa del centrodestra: mostrare sicurezza e trascinare l’elettorato verso una vittoria data per scontata.

Il sondaggio nazionale offre anche un orizzonte più ampio. In altre regioni, come le Marche, il margine appare più sottile: Acquaroli (FdI) al 36% contro Ricci al 25%, con un 39% di indecisi a rendere incerta la sfida. Veneto e Toscana sembrano confermare gli equilibri, con la prima saldamente al centrodestra e la seconda tradizionalmente vicina al centrosinistra. Sul piano nazionale, però, prevale un sentimento di stabilità: il 52% degli italiani ritiene che le elezioni regionali non avranno conseguenze sull’esecutivo di Giorgia Meloni. Un segnale che consolida l’idea di un governo blindato, mentre in Calabria il verdetto resta appeso a quel terzo di elettorato che non ha ancora scelto.