Sicurezza e diritti, il sottosegretario Delmastro a Catanzaro: confronto aperto con il Garante regionale dei detenuti
Confronto, ascolto, responsabilità condivisa: sono state queste le parole chiave della visita istituzionale che ha portato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove all’interno del carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro. Con lui anche la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro e l’europarlamentare Denis Nesci, accolti dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Giovanna Russo, presente insieme a dirigenti, operatori e rappresentanti sindacali del sistema penitenziario calabrese.
Un incontro definito “franco e costruttivo” dalla stessa Russo, che ha sottolineato come la Calabria, pur essendo una terra attraversata da complessità strutturali, stia oggi vivendo una fase in cui lo Stato centrale si mostra vicino e pronto all’ascolto: «La Calabria, sebbene sia una regione complessa, in questo momento ha una grande opportunità: l’ascolto e la vicinanza degli organi centrali delle massime istituzioni dello Stato, frutto di un lavoro avviato da tempo che non urla ma costruisce per il bene e la giustizia dei suoi cittadini tutti. Dentro e fuori le mura».
Alla riunione hanno preso parte, tra gli altri, la direttrice Patrizia Delfino, il provveditore penitenziario Liberato Guerriero, il dirigente medico Giulio Di Mizio, il personale di polizia penitenziaria e sanitario, oltre ai rappresentanti dei sindacati. Punti critici e progettualità future sono stati discussi in un clima di dialogo istituzionale paritario, nel quale il sottosegretario Delmastro ha illustrato concorsi già espletati e nuove misure in programma.
«È stato uno spazio nel quale sono state rilevate peculiarità che possono certamente migliorare l’oggi – ha aggiunto Russo – e che vanno approfondite nei competenti uffici. Ciò che è emerso è stato, soprattutto, un livello dialogico istituzionale paritario di conoscenza del settore, tipico di chi, intravedendo e finanche intercettando i problemi, vuole cercare e offrire delle soluzioni».
Secondo il Garante regionale, chi conosce a fondo il sistema penitenziario sa che è necessario intervenire su due fronti paralleli: affrontare le urgenze immediate e al contempo predisporre una revisione strutturale nel medio e lungo periodo. Da qui, la necessità di un welfare penitenziario capace di coniugare sicurezza e dignità, senza cedere a semplificazioni dannose: «A nulla servono, infatti, strappi e contro narrazioni disfunzionali e superflue, che arrecano danno proprio a quella parte dello Stato che è preposta a garantire e tutelare quotidianamente le persone private della libertà personale».
Sostegno e vicinanza sono stati ribaditi da Russo anche nei confronti di tutta l’amministrazione penitenziaria: «Va sempre il pieno sostegno e supporto istituzionale, perché sono ben consapevole che solo nel perimetro dell’ascolto, del confronto e soprattutto di un’autentica, tecnica e scientifica lettura delle specifiche realtà si trovano le soluzioni adeguate alla giustizia giusta nella quale crediamo».
E ancora, un monito che è anche visione politica: la legalità si costruisce insieme, e passa per una gestione intelligente della sicurezza che non ignori i diritti fondamentali: «Questa è la strada di una legalità che si costruisce insieme, che lavora per reprimere le mafie e la cultura mafiosa che dal carcere vuole comandare. È un momento storico complesso, nulla deve essere sottovalutato. La priorità è costruire percorsi di reale assunzione di responsabilità verso quel cittadino che deve ritornare alla libertà da persona responsabile, nessuno escluso».
Solo così, conclude Giovanna Russo, sarà possibile togliere terreno alla pervasività della ’ndrangheta e delle organizzazioni criminali, che ogni giorno si nutrono delle fragilità sistemiche per alterare il senso stesso del carcere: «Significa, insomma, togliere terreno alla pervasività della ’Ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali che ledono quotidianamente i diritti umani dei più fragili alterando il pianeta carcere».