Ambizione o illusione? Reggio è stanca di inseguire, la Reggina mostri di voler vincere
Il tempo delle mezze frasi è finito da un pezzo. La Reggina si trova oggi davanti a un bivio, tecnico e gestionale: con una squadra in gran parte ancora da costruire e con una tifoseria che, dopo aver concesso fiducia incondizionata al nuovo corso, ora pretende risposte vere, concrete e immediate.
C’è un popolo che si danna per questi colori, che si sacrifica da anni per seguire la Reggina ovunque, anche nei momenti più bui. C’è gente che non dorme la notte, che rinuncia a viaggi, ferie, tempo libero, che si aggrappa a ogni spiraglio di speranza, anche quando tutto sembra contro. A queste persone, oggi, serve chiarezza e una direzione netta.
La situazione dell’organico è chiara: al momento, le uniche conferme arrivano da chi ha già dato ampie garanzie sul campo nella passata stagione. Il portiere Lagonigro, ad esempio, così come la coppia centrale Girasole-Adejo, che ha dimostrato solidità, senso della posizione e intesa. È evidente, però, la necessità di inserire almeno un altro difensore centrale di livello superiore, capace non solo di completare il reparto, ma anche di alzarne il rendimento complessivo.
Sulle corsie laterali la situazione appare ancora più delicata. Gianfranco Giuliodori dovrebbe restare, ma essendo un over e più adatto al ruolo di mezzala, sarà probabilmente adattato in una nuova posizione. Per questo diventa prioritario reperire under validi, nati tra il 2005 e il 2007, che abbiano corsa, personalità e la giusta mentalità per reggere l’impatto con una piazza esigente come quella amaranto. E non si tratta soltanto di rispettare i vincoli imposti dal regolamento, servono giovani che possano incidere davvero.
A centrocampo il gruppo appare più definito, grazie a un trio già collaudato e alla probabile permanenza di Laaribi, spinto dal forte attaccamento alla maglia. Barillà e Porcino sono due titolarissimi imprescindibili per la squadra, ma l’età avanza e soprattutto Barillà, vero leader e simbolo del gruppo, ha bisogno di poter tirare il fiato di tanto in tanto. È quindi fondamentale affiancargli alternative di qualità, in grado di garantire freschezza e sostegno nei momenti più delicati. Servono almeno due centrocampisti di spessore, pronti a reggere il peso tecnico e carismatico della mediana.
Ancora più strategico sarà il lavoro sul reparto offensivo, dove gli esterni rappresentano, per caratteristiche e peso tattico, pedine chiave in un sistema che punta a costruire continuità e incisività. Ragusa e Grillo restano due certezze, ma non possono bastare. È fondamentale affiancarli con alternative vere, creare rotazioni intelligenti, costruire staffette che assicurino efficacia costante. Il nome più ricorrente è quello di Di Grazia, ex Siracusa, tra i migliori esterni della scorsa stagione con gli aretusei. Al momento, si tratta solo di voci: il giocatore è in fase di valutazione e non ci sono sviluppi ufficiali.
La situazione in attacco è altrettanto delicata: sono andati via Barranco e Curiale, e anche se si attende Ferraro come punta di riferimento, serve almeno un altro bomber capace di garantire certezze e gol. La società ha parlato di una rosa di 22 titolari, ma finora ci sono solo annunci e nessuna certezza. Mancano praticamente una decina di giocatori da inserire e i tempi si stanno riducendo, dato che il ritiro è ormai alle porte.
Nel frattempo, mentre a Reggio si resta fermi, altrove si agisce. Squadre come la Nocerina, la Scafatese, entrambe ancora in attesa di collocazione nei gironi di Serie D, e la Nissa, nello stesso girone della Reggina, stanno costruendo con decisione la propria identità tecnica e societaria. Lo fanno con comunicazioni trasparenti, annunci, video, dichiarazioni pubbliche e strategie di coinvolgimento che trasmettono visione e credibilità. La macchina organizzativa, altrove, è già in moto.
Se davvero la società ha intenzione di portare avanti un progetto ambizioso con la Reggina, questo è il momento per dimostrarlo senza più esitazioni. Ogni giorno che passa senza una scelta, un volto, un nome, è un giorno regalato alla concorrenza. La città ha già fatto la sua parte: ha sostenuto, ha compreso, ha accettato con maturità anche i momenti più difficili della passata stagione, ma oggi Reggio non può più aspettare e non può più restare in silenzio davanti a un progetto che, al netto delle intenzioni, deve finalmente prendere forma. Chi ama questa squadra non chiede la luna: chiede solo una Reggina che lo rispecchi, che lo rappresenti, che lotti ogni giorno per ottenere ciò che merita, una squadra che possa essere, finalmente, la vera favorita del campionato. Altrimenti, più che ambizione, rischia di essere soltanto l’ennesima, dolorosa illusione.