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04/11/2024 ore 22.30
Reggina

CA…LCI NOSTRI | Un tempo non basta per ricordarci di vincere. Ora riprendiamo la corsa

Un mezzo incidente di percorso che non pregiudica niente, ma bisogna tornare ad essere Reggina su ogni campo
di Redazione

Un mezzo passo falso, diciamoci la verità. Sul campo dell’ultima della classe e dopo il filotto di tre vittorie consecutive, pensavamo tutti che la squadra siciliana sarebbe stata solo un piccolo ostacolo verso la nostra rincorsa alla vetta. E invece. E invece non ci abbiamo capito niente per un tempo intero, incapaci di gestire il pallone, surclassati sul piano dell’intensità e tenuti a galla dal nostro portierino (che portierino è solo per l’anagrafe e che domenica dopo domenica si è guadagnato anche la fiducia dei più scettici) e da una zuccata di Adejo che si è beccato una pallonata in faccia per evitare un gol fatto. 

Però non è tutto buio. Nel secondo tempo qualcosa si è visto anche se quando siamo alle corde ci rifugiamo troppo spesso sulle palle inattive per trovare il gol. Se il regista non gira – Salandria ieri due passi indietro rispetto alle ultime uscite, ma quel ragazzino appiccicato addosso per tutta la partita avrebbe infastidito chiunque – facciamo una fatica tremenda. Bene la voglia di provarci fino alla fine e la tenuta atletica che è venuta fuori nella seconda frazione. E bene anche Girasole che ormai sembra averci preso gusto e ieri, per un soffio, non ha siglato un gol in girata che sarebbe stato memorabile. 

Archiviamolo come un (mezzo) incidente di percorso e teniamoci il punto che per come si erano messe le cose non era per niente scontato. Ora però riabbassiamo la testa e riprendiamo a correre, che già domenica arriva un avversario tosto, buon antipasto per la trasferta di vertice dagli amici di Vibo. Il campionato è lungo e da quello che si è visto finora non avrà un padrone assoluto, noi abbiamo tutti gli argomenti adatti per fare la voce grossa: prendiamone atto e andiamo via da questo inferno di categoria fatto di campi da gioco sottratti all’agricoltura.

Nei giorni scorsi è uscito in libreria “Basta, storia di un allenatore minore”, ultimo romanzo del giornalista Francesco Veltri. Dentro ci sono gli spogliatoi fatiscenti delle categorie più infime, il nonnismo dei giocatori anziani verso i più giovani e le porcherie mafiose e paramafiose che ne hanno avvelenato lo spirito originario.  Ma non solo. Quello di Veltri è un salto nel cuore dei bassifondi del calcio calabrese, un posto popolato da giocatori improvvisati, allenatori altrettanto problematici e appassionati oltre ogni ragionevolezza, tutti pazzi per quel pallone che continua a rotolare nonostante tutto.