Sezioni
23/05/2025 ore 21.30
Reggina

Calcio, lunedì in Figc un Consiglio federale sulle "seconde squadre" cruciale per la serie C e la serie D

Ripescaggi, Milan Futuro e il paradosso delle priorità: davvero valorizzano i giovani o tolgono spazio a chi merita?
di Francesco Trimboli

Il Consiglio Federale in programma lunedì 26 maggio rappresenta un passaggio fondamentale per il calcio italiano. Sul tavolo ci sono decisioni che incidono direttamente sul destino delle seconde squadre nei campionati di Serie C e Serie D. Mentre si parla di valorizzazione dei giovani, cresce il malumore tra le società dilettantistiche, che lottano ogni domenica per conquistare un posto tra i professionisti.

La riunione, convocata per le ore 11, affronterà numerosi temi, tra cui l’approvazione del verbale della seduta precedente e le comunicazioni del presidente federale. Ma il punto centrale sarà la discussione e i conseguenti provvedimenti sull’ammissione delle seconde squadre di Serie A ai campionati 2025/2026. Non solo in Serie C: per la prima volta, il dibattito si apre concretamente anche all’inserimento di queste formazioni in Serie D, con effetti diretti su promozioni, ripescaggi e competitività.

Accanto a queste tematiche, il Consiglio tratterà anche modifiche regolamentari, nomine e relazioni annuali sull’attività di vigilanza e controllo interno. Ma è evidente che la questione delle seconde squadre catalizzerà l’attenzione.

Le attuali norme assegnano priorità assoluta alle seconde squadre di Serie A nei ripescaggi tra i professionisti, anche rispetto a club di Serie D che, sul campo e con investimenti concreti, dimostrano di meritare la promozione. Un sistema che genera scontento e senso di ingiustizia in molte realtà che rappresentano territori, identità e tifoserie vere.

È paradossale che a godere di vantaggi regolamentari siano formazioni che, pur investendo nei giovani, raramente riescono a creare passione o seguito sugli spalti. I numeri sono chiari: quando giocano le seconde squadre, l’interesse del pubblico è minimo rispetto a quello che circonda i club storici della Serie D.

Un esempio emblematico è il progetto Milan Futuro. L’intento è nobile: dare spazio ai giovani in un contesto competitivo. Lo ha ribadito anche Geoffrey Moncada, direttore tecnico del club rossonero, che ha dichiarato a DAZN: «Abbiamo creato Milan Futuro per creare giocatori. Abbiamo avuto sette giocatori che hanno giocato in Serie A col Milan, mai ce n’erano stati così tanti dall’academy. Giocare in B, in C o in D non è così importante per noi. Per noi è importante creare talento. È il primo anno, l’importante è creare giocatori. Il Milan Futuro, dopo la retrocessione, giocherà in Serie D».

Un’idea che apre a interrogativi profondi. Davvero il Milan rinuncerà a una possibile Serie C, privilegiando il percorso in Serie D? E soprattutto: è corretto che queste squadre godano di corsie preferenziali, mentre altre realtà devono affrontare ogni domenica battaglie sportive ed economiche ben più dure? Il Consiglio di lunedì sarà chiamato a dare un segnale forte: il calcio deve tornare a premiare il merito, non le scorciatoie.

Le seconde squadre hanno senso solo se inserite in un contesto di reale equità, dove Milan Futuro e una qualsiasi società di provincia partano dallo stesso punto. La riunione del 26 maggio è un bivio. Le decisioni che verranno prese non determineranno soltanto la struttura dei prossimi campionati, ma anche la credibilità del sistema calcio. Se davvero vogliamo un futuro sostenibile, dobbiamo cominciare a tutelare chi tiene viva ogni settimana la passione nei territori. I giovani sono il futuro, ma il presente, fatto di sacrifici, progetti e pubblico, merita rispetto.