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06/11/2025 ore 17.39
Reggina

Quel sottile confine tra contestazione e appartenenza: il credo della Curva e il senso di una maglia

Dal settore più caldi del Granillo ormai il messaggio è chiaro, ma la società e la squadra devono recuperare il rapporto coi tifosi

di Aldea Bellantonio

Dopo settimane di contestazioni e silenzio sugli spalti del Granillo, la frattura tra la Reggina e la città è ormai evidente. Il popolo amaranto, da sempre il cuore pulsante di Reggio, vive un momento di disillusione profonda: la fiducia nella squadra si è incrinata, ma la fede nella maglia resta intatta.

A Reggio Calabria il calcio non è mai stato solo sport. È un linguaggio condiviso, un rito collettivo che ha insegnato a riconoscersi, a resistere, a sperare. La Reggina è stata per decenni il simbolo di questa identità: una bandiera che ha unito generazioni, quartieri e storie diverse sotto gli stessi colori.

Oggi, però, quel legame appare logoro. La tifoseria guarda la squadra con distacco e amarezza, sentendola sempre più lontana dalla città. La fiducia si è persa nei risultati, nelle scelte, in una gestione percepita come distante dal sentimento reggino. Ma ciò che resta — e che resiste — è la fede nella maglia, nel simbolo, in ciò che rappresenta.

La Curva Sud, voce autentica e coscienza critica del tifo amaranto, mantiene la propria linea: la contestazione alla società continuerà, indipendentemente dai risultati, perché — come spiegano i rappresentanti del tifo organizzato — «non è solo una questione di questa stagione: da tre anni la gestione ha prodotto solo danni».

Allo stesso tempo, la Curva conferma la propria presenza ovunque giocherà la Reggina, a partire dalla trasferta di Acireale. Un segnale forte: l’amore per la maglia non si ferma, neanche nei momenti più difficili. «Noi rappresentiamo Reggio Calabria e la Reggina ovunque, come è stato fatto in passato e come sarà fatto in futuro», ribadiscono i tifosi.
La distinzione è chiara: una cosa è la società, un’altra è la maglia.
E in questo equilibrio tra contestazione e appartenenza si gioca oggi il senso più profondo del tifo reggino: non un atto di cieca fedeltà, ma di consapevolezza civica.

Perché a Reggio il calcio non è solo intrattenimento: è cultura popolare, educazione civile, identità condivisa.
E finché qualcuno continuerà a seguirla, anche in silenzio o in protesta, la Reggina resterà ciò che è sempre stata: il volto più sincero e riconoscibile della città.