Reggina, a Pompei per la sesta vittoria di fila: testa bassa e un occhio agli aretusei
La corsa continua. La Reggina arriva a Pompei con un solo obiettivo: vincere. Sei vittorie consecutive sarebbero il segnale perfetto per restare in scia al Siracusa e provare il sorpasso. Ma non sarà semplice, perché il Pompei è una squadra imprevedibile, che crea tanto e, seppur sprecona, può sempre far male. Nel frattempo, l’attenzione va anche alla Sicilia, dove il Siracusa ospita la Scafatese di Gianluca Atzori, ex tecnico amaranto. Chissà che non possa arrivare un regalo inatteso.
«Pensare partita dopo partita». Un concetto che mister Trocini ha ripetuto più volte e che oggi più che mai deve essere la bussola della Reggina. Farsi prendere dall’ansia di rincorrere il Siracusa sarebbe un errore, così come sottovalutare un avversario che, pur avendo una classifica tranquilla, gioca un calcio offensivo e ha dimostrato di poter creare tante occasioni.
Basta dare un’occhiata agli expected goals per capire quanto il Pompei arrivi spesso al tiro e dentro l’area avversaria. Il problema? La concretezza. Costruisce tanto, ma fatica a finalizzare. Un dettaglio che la Reggina dovrà sfruttare, senza concedere spazi e mantenendo alta la concentrazione.
Nell’undici amaranto, Ragusa tornerà nella sua posizione naturale, mentre resta in dubbio Adejo. Il difensore, dopo il risentimento muscolare accusato prima della sfida contro la Vibonese, potrebbe non essere rischiato. Al suo posto è pronto Capomaggio. Dall’altra parte, invece, sarà una partita speciale per Marco Puntoriere, attaccante del Pompei e reggino di nascita, che vivrà la sfida con grande emozione.
Che il Siracusa abbia un impegno complicato contro la Scafatese è un dato di fatto. Ma la Reggina non può fare calcoli, né farsi condizionare dai risultati altrui. L’unico pensiero dev’essere quello di vincere, sempre e comunque, perché il nome e la storia lo impongono.
La squadra di Trocini è padrona del proprio destino. A Pompei serve un’altra prova di forza.