Reggina, esplode la protesta: «Nessun rispetto per la maglia». Fuori dal Granillo i tifosi si ribellano
Contestazione durissima dopo la sconfitta con la Vigor Lamezia. Tutti contro squadra e società: «Basta umiliazioni, ci state prendendo in giro»
La misura è colma. Dopo l’ennesima prova deludente e la sconfitta casalinga contro la Vigor Lamezia, la rabbia dei tifosi amaranto è esplosa fuori dallo stadio.
Una contestazione accesa, carica di delusione e amarezza, ha accompagnato l’uscita dei giocatori e dei dirigenti: cori, fischi e accuse di mancanza di rispetto per la maglia e per la città. Poi un confronto faccia a faccia tra gli ultras e la squadra, a cui è stato chiesto un rinnovato impegno sul rettangolo di gioco.
«Non siete degni di indossarla», gridano dalla Curva Sud, mentre qualcuno chiede le dimissioni in blocco. Il malcontento, ormai diffuso in tutta la tifoseria, è diventato rabbia vera: una città intera che si sente tradita da chi, in campo, dovrebbe rappresentarla.
Reggina è notte fonda, la Vigor Lamezia espugna il Granillo: finisce 0-1«Non giocatori di calcio ma bambini viziati che stanno lì solo per i soldi» – è la frase che meglio riassume il sentimento comune, rimbalzato sui social e fuori dal Granillo. Per molti, la Reggina ha smarrito la propria identità: una squadra spenta, svuotata, incapace di onorare la storia amaranto e di difendere la dignità sportiva di Reggio.
Nel mirino anche la società, accusata di incompetenza e mancanza di visione. «Incapaci di programmare, lontani dal popolo amaranto», scrivono i tifosi, chiedendo chiarezza e un cambio di passo immediato.
Ma da parte della società, almeno per ora, nessuna risposta.
Silenzio assoluto. Un silenzio che pesa, e che in città viene interpretato come l’ennesimo segnale di una gestione che si nasconde invece di affrontare la crisi.
Reggio chiede rispetto, trasparenza e dignità. E, se le cose non cambieranno, la sensazione è che la protesta non si fermerà qui.