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04/02/2025 ore 11.30
Reggina

Reggina, la spinta di Bruno Cirillo: «Torneremo dove ci spetta grazie al cuore immenso di questi calciatori»

La bandiera amaranto si racconta con il cuore in mano: «I ragazzi hanno un sogno e ci porteranno fuori da questa categoria»
di Francesco Trimboli

In un’intervista emozionante, Bruno Cirillo rivive alcuni dei momenti più significativi della sua carriera con la Reggina, tra gioie e sacrifici, tra trionfi e delusioni. Dall’esordio in Serie A alla salvezza contro il Messina, fino al presente della squadra in Serie D, Cirillo offre uno spunto di riflessione sul valore della passione, del sacrificio e dell’importanza del legame con i colori amaranto.

Qual è stato il momento più emozionante della sua carriera con la Reggina?

«Il momento più emozionante della mia carriera con la Reggina è stato senza dubbio il mio esordio in Serie A. Quel giorno a Torino contro la Juventus è stato qualcosa di incredibile. Per un ragazzo che sognava di giocare in Serie A, quella partita ha rappresentato la realizzazione di un sogno. È stato l’inizio di un percorso che non avrei mai pensato potesse diventare realtà, soprattutto grazie alla fiducia che la Reggina riponeva in me. Ogni passo fatto fino a quel momento aveva un valore immenso, ed è stato il primo di tanti traguardi che mi ha dato la forza per affrontare tutto il resto».

Un momento complicato che ha avuto un esito positivo: come ha vissuto lo spareggio con il Messina?

«Lo spareggio con il Messina è stato uno dei momenti più difficili della mia carriera. Sul campo, ci regalò una gioia incredibile, ma dietro quella vittoria ci fu molta sofferenza. Nel gennaio 2015, quando il presidente Foti mi chiamò per salvare la categoria, non ci pensai nemmeno un secondo. Mi feci avanti per dare una mano. Non fu facile, la retrocessione era dietro l’angolo, ma con i miei compagni riuscimmo a salvarci. Nonostante il trionfo, sappiamo tutti come sia andata poi, e quella retrocessione ci colpì al cuore. Sono cose che succedono nel calcio, ma sono proprio queste che ti fanno crescere e ti insegnano il valore del sacrificio».

Il 19 marzo 2000, le lacrime dopo il gol contro la Roma: cosa provava in quel momento?

«Quella partita è una pagina indimenticabile, non solo per me, ma per tutti i tifosi della Reggina. Vincere a Roma, su un campo che sembrava invincibile, con un 2-0 che resterà nella storia, è stato un sogno che diventava realtà. Quando segnai, le lacrime vennero da sole, non solo per la gioia personale, ma perché sapevo che avevo fatto felici migliaia di tifosi che avevano sempre creduto in noi. È stato un sogno che si realizzava non solo per me, ma per tutta una città che vive di calcio e di passione».

La Reggina oggi: che pensa del presente e del cammino in Serie D?

«La Reggina ha tutte le carte in regola per tornare dove merita. Non sarà facile, la strada è lunga e ci sono molte insidie, ma la squadra ha un organico forte che può lottare fino alla fine. So che i ragazzi daranno tutto. L’obiettivo è chiaro: tornare nella categoria che spetta alla Reggina. È vero che ci sono altre squadre pronte a ostacolare questo cammino, ma la Reggina non può fermarsi. Non possiamo permetterci di fallire».

Il suo incontro con Nino Barillà dopo la partita con la Scafatese: cosa si è detto tra di voi?

«Con Nino, l’amicizia è lunga e profonda. Abbiamo condiviso momenti incredibili in Serie A, e oggi sono felice che sia tornato a casa. Parlando con lui, ho visto una grande determinazione e un amore infinito per questa maglia. Nino ha una voglia incredibile di aiutare la Reggina a tornare dove merita. L’ho visto carico, pronto a dare il massimo. Sono convinto che, con la sua esperienza e la sua passione, potrà fare la differenza».

I tifosi, una delle forze più grandi della Reggina: cosa ne pensa della loro passione?

«I tifosi della Reggina sono unici. Li ricordo sempre al mio fianco, pronti a spingere la squadra anche nei momenti più difficili. Anche ad Acireale sono stati in tantissimi, e quello che posso dire loro è di continuare a supportare la squadra con la stessa passione che hanno sempre dimostrato. I tifosi sono la forza di questa squadra, e nei momenti di difficoltà sono fondamentali. La Reggina ha bisogno di loro come mai prima d’ora».

Ci sono molti ragazzi di Reggio in squadra: questo può essere un vantaggio?

«Assolutamente sì. I ragazzi di Reggio, che sono cresciuti nel settore giovanile della Reggina, hanno un legame speciale con questa maglia. Hanno un sogno comune: giocare per la loro città, per la loro squadra. Questo è un vantaggio, perché sanno cosa significa indossare questa maglia e cosa rappresenta per i tifosi. La loro passione è il motore che spinge tutta la squadra».

Cosa pensa della società attuale e del lavoro che sta facendo per riportare la Reggina ai vertici?

«La società sta facendo tutto il possibile per riportare la Reggina ai vertici. Non conosco tutte le dinamiche interne, ma da quello che vedo, la società sta lavorando duramente. La squadra è seconda in classifica, a soli tre punti dalla prima, e l’obiettivo è chiaro: uscire da questa categoria. E io mi auguro che ce la facciano. È importante che tutti lavorino nella stessa direzione, per raggiungere quello che tutti noi vogliamo».

Le avversarie in Serie D: chi le ha colpito di più?

«Il Siracusa è sicuramente una squadra costruita per vincere il campionato. Come la Reggina e la Scafatese, ha giocatori di qualità che possono fare la differenza. Ma non dimentichiamo il Sambiase, che pur non partendo per vincere, sta giocando un grande calcio. Merita tutti i complimenti per il bel gioco che sta esprimendo, e la società sta facendo un lavoro straordinario».

Qual è l’approccio che deve avere la Reggina per affrontare la prossima partita con il Siracusa?

«L’approccio deve essere chiaro e senza compromessi: andare in campo per vincere. Niente calcoli, solo determinazione e grinta. Ogni partita va affrontata con una mentalità vincente. Il Siracusa è una squadra forte, ma la Reggina ha tutte le carte in regola per prevalere. La mentalità deve essere quella di dominare dal primo all’ultimo minuto, senza lasciare spazio agli avversari, per portare a casa quei tre punti fondamentali. È il momento di far vedere chi siamo veramente».

Il calcio è cambiato tanto: cosa le manca del calcio di una volta?

«Sono fortunato, ho vissuto degli anni d’oro, quando la Serie A era un campionato straordinario, pieno di talento e passione. Oggi il calcio è cambiato, si è evoluto, ma personalmente preferisco quello che ho vissuto io. Non è una critica, ma una constatazione: il calcio di oggi è diverso, non solo per il gioco, ma anche per come si vive fuori dal campo. Il calcio che ho vissuto io aveva una magia che oggi è difficile ritrovare».

Chi è Bruno Cirillo oggi?

«Oggi lavoro con una società di procuratori. È una passione che mi sta dando tanto, perché continuo a stare a contatto con il calcio e a cercare giovani talenti da aiutare a costruire il loro futuro. È un lavoro che mi rende felice, che mi fa sentire ancora parte di questo mondo. Il calcio è sempre dentro di me, e voglio continuare a viverlo con la stessa passione che ho sempre avuto».

Bruno Cirillo, un simbolo della Reggina, racconta con emozione e sincerità la sua carriera, le sfide, i sogni e le battaglie vissute sul campo. La sua passione per la maglia amaranto è inestinguibile, e oggi, anche a distanza, non smette di tifare per una squadra che, come lui, vuole tornare a volare alto. La Reggina è pronta a scrivere una nuova pagina di storia, e Bruno sa che ogni passo, ogni sacrificio, è solo il preludio di una grande rinascita.