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03/05/2025 ore 12.30
Reggina

Reggina, Trocini e quella voce spezzata dall’emozione: «La speranza è la cosa più bella che ci resta»

Il tecnico amaranto lancia un messaggio netto: crederci fino all’ultimo, con lucidità e appartenenza
di Francesco Trimboli

Alla vigilia della sfida con la Sancataldese, mister Trocini ha lasciato un segno profondo. Non solo per le parole, ma per ciò che rappresentano: un invito a non mollare. Perché con Reggio non è più solo una questione calcistica. È identità, è visione, è appartenenza.

Con Reggio ha costruito più di un percorso calcistico. Ha trovato identità, appartenenza, una maglia che oggi sente parte di sé. E con quella voce incrinata non ha semplicemente mostrato un momento di emozione. Ha lanciato un messaggio diretto, netto. Questa squadra deve crederci. Fino in fondo.

Durante la conferenza pre-partita contro la Sancataldese, Bruno Trocini ha rotto il consueto equilibrio mediatico con una frase che ha segnato il confine tra il dentro e il fuori, tra ciò che si può ancora raggiungere e ciò che è stato.
«La speranza è la cosa più bella che ci resta. E dobbiamo viverla fino in fondo», ha detto. Non è retorica. È consapevolezza. È la sintesi di mesi vissuti tra fatica, pressioni, silenzi e lavoro. Di una squadra che oggi ha un’identità precisa. E di un allenatore che non ha mai cercato alibi.

Ci sono conferenze che dicono più di mille risultati. Quella di mister Trocini, alla vigilia di Sancataldese–Reggina, è stata una di quelle. Nessun proclamo, nessuna promessa. Solo verità. Con la voce spezzata, ma le idee chiarissime. Un appello a non lasciare niente indietro. A non risparmiarsi. Perché la speranza non basta averla: bisogna alimentarla. Giocarsela. Viverla.

Trocini è arrivato in silenzio e ha lavorato nello stesso modo. Ha ricucito ferite profonde, dato ordine e dignità a un progetto che sembrava perso. Ha unito un gruppo, dato forza a una tifoseria delusa, restituito orgoglio a una piazza intera. Non ha bisogno di frasi a effetto: il suo lavoro parla per lui. Ma stavolta, anche le parole hanno avuto un peso.

In quella frase c’è tutto. La tensione di un finale aperto. La responsabilità di chi guida. Ma anche la volontà di trasmettere qualcosa che vada oltre: la fiducia, la determinazione, la lucidità nei momenti decisivi.

Domenica sarà il campo a parlare. Ma una cosa è certa: comunque vada, Bruno Trocini ha lasciato il segno. Non solo con i risultati. In un calcio abituato a nascondersi dietro le frasi fatte, lui ha scelto la verità. E ha detto l’unica cosa che conta, adesso: crederci. Fino alla fine.