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10/04/2025 ore 12.45
Reggina

Reggina, un anno fa l'identità smarrita oggi una squadra rinata

Barillà e compagni riportano a Reggio Calabria orgoglio, passione e appartenenza
di Francesco Trimboli

Dimenticare la scorsa stagione è impossibile, ma forse oggi è anche inutile. Perché quella Reggina che arrancava nell’anonimato, oggi è un’altra storia. Una squadra che ha ritrovato il cuore, il tifo e la propria gente. Un gruppo di uomini veri, guidati da un capitano simbolo, che sta riscrivendo pagina dopo pagina un racconto amaranto degno di essere vissuto.

Rispetto a dodici mesi fa, sembra di parlare di un altro mondo. La Reggina dello scorso anno era smarrita, sola, ferita. Il Trapani aveva già chiuso i giochi a metà stagione, lo stadio era semivuoto, l’umore sotto le scarpe. Non c’era più nulla da cui ripartire, né in campo né fuori. Nessun volto a cui aggrapparsi, nessun simbolo. Soltanto undici uomini qualunque, senza anima e senza identità. Si vinceva, sì, a tratti si giocava anche bene, ma tutto era già deciso. E quella sensazione di vuoto pesava più di ogni sconfitta.

Oggi, invece, Reggio Calabria sta vivendo un sogno. Perché questa Reggina non è solo una squadra: è una battaglia quotidiana, una corsa instancabile verso un traguardo che adesso sembra possibile. È una lotta vera, punto su punto, respiro dopo respiro, contro un Siracusa agguerrito. Una sfida che, si spera, ci accompagnerà fino all’ultima giornata. Ma comunque vada, qualcosa è già stato vinto.

In campo c’è una squadra vera, con un’identità precisa e uomini che incarnano lo spirito amaranto. Barillà è il capitano ovunque: guida, lotta, segna. È l’uomo simbolo che serviva per ricucire il legame tra squadra e città. Accanto a lui ci sono Porcino, Ragusa, Laaribi, Girasole, Adejo, solo per citarne alcuni, ma tutti stanno dando tutto. C’è chi ha scritto pagine di storia e chi ha abbracciato subito l’identità amaranto, ma ognuno sa perfettamente cosa significa indossare questa maglia.

Reggio Calabria aveva bisogno di sentirsi rappresentata. E oggi può dirlo forte: “Questa è la nostra Reggina”.

Finalmente si parla solo di calcio. Niente più tribunali, niente più ricorsi, niente più articoli di codice sportivo. Solo campo, fatica, passione e un legame che sembrava perduto e invece è più vivo che mai. Anche se il sogno dovesse sfumare all’ultimo respiro, resterà l’orgoglio di aver ritrovato sé stessi. Reggio si è rialzata. E lo ha fatto con la sua gente, con la sua maglia e con la sua Reggina.