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08/04/2025 ore 13.30
Reggina

Reggina, una rosa pronta, viva e unita: tutti protagonisti nel momento decisivo

Anche chi ha avuto meno spazio sta incidendo: merito di una gestione intelligente e inclusiva
di Francesco Trimboli

La profondità della rosa amaranto è sempre stata uno dei temi centrali della stagione. Se nella prima parte dell’anno le scelte di Pergolizzi avevano fatto discutere, oggi la gestione Trocini si sta rivelando vincente anche sotto questo aspetto. A Pompei, con diverse assenze pesanti, sono emerse le seconde linee: Urso, Vesprini, De Felice. Tutti pronti, tutti determinanti. Lo spirito di gruppo è la vera arma in più nel rush finale.

Nel calcio moderno, le partite non si vincono solo con l’undici titolare. Servono testa, gambe e cuore da parte di tutti. La Reggina targata Bruno Trocini lo sta dimostrando con i fatti, soprattutto nelle ultime settimane, dove anche chi ha avuto meno spazio si è fatto trovare pronto al momento giusto.

È una questione di mentalità, di coinvolgimento, di responsabilità condivisa. La profondità della rosa amaranto è tornata al centro del dibattito, ma stavolta non per polemiche o rimpianti. Trocini ha saputo valorizzare ogni risorsa, facendo sentire ogni giocatore parte del progetto. L’opposto di quanto accaduto nella prima parte di stagione, quando scelte spesso incomprensibili, come l’esclusione di Laaribi, avevano lasciato perplessi.

A Pompei, senza pedine fondamentali come Adejo, Giuliodori e con Laaribi non al meglio, il tecnico ha saputo pescare le carte giuste. De Felice, schierato titolare in attacco, ha risposto con una prestazione generosa e di grande utilità tattica. Urso e Vesprini, pur non avendo avuto fin qui molti minuti, hanno offerto solidità e concentrazione, segno di un gruppo sempre connesso.

E poi c’è lo spirito di Curiale, un attaccante che ha conosciuto ben altri palcoscenici ma che oggi entra dalla panchina con lo stesso ardore di un esordiente: lotta su ogni pallone, esulta come se segnasse lui, dà l’anima per i compagni. Gesti che fanno la differenza in uno spogliatoio.

E infine c’è Martinez, il portiere trascinatore: oggi secondo a causa di scelte legate agli under, ma primo per carisma e leadership. Dalla panchina è il primo a incitare, il primo a esultare, il primo a crederci. È questo che rende speciale questa Reggina: l’unione, la compattezza, la consapevolezza che solo restando insieme si può arrivare lontano.

In un finale di stagione dove ogni dettaglio conta, la Reggina può contare su un’arma in più: il gruppo. Trocini ha costruito una squadra vera, in cui anche chi gioca meno fa la differenza. È questo il segreto per puntare alla Serie C: avere una rosa pronta, viva, unita. E oggi la Reggina c’è.