Athena si specchia nell’alba
Nel silenzio dopo la pioggia, l’Arena di Reggio si sveglia lenta. Una pozzanghera riflette Athena, mentre attorno la vita riprende — i pescatori, il mare, il tempo che ricomincia
Alle prime luci del giorno, quando il cielo è ancora incerto tra la notte e l’aurora, l’Arena di Reggio Calabria si fa quieta culla di riflessi e respiri. Dopo l’acquazzone, resta una pozzanghera, semplice e silenziosa. Ma in essa si specchia Athena, la dea fiera, immobile e solenne, come se volesse ritrovare sé stessa nel volto dell’acqua. Intorno, la città riprende piano a vivere: i pescatori, chini con gesti antichi, inseguono la pazienza del mare. È un momento fragile, fatto di quiete sospesa. Athena guarda e riflette, e forse sogna. E in quell’istante effimero, tra pietra e mare, tra cielo e gocce, Reggio diventa poesia che nessuna parola sa raccontare.