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04/08/2025 ore 20.00
Sanità

A TU PER TU | Santo Gioffrè: «La sanità calabrese è stata un bancomat, ma io non ho taciuto» - VIDEO

L’autore ed ex dirigente dell’Asp di Reggio Calabria racconta la sua battaglia contro un sistema malato. Tra minacce, isolamento e verità scomode, continua a lottare per una sanità giusta e trasparente, in difesa dei diritti dei cittadini calabresi
di Elisa Barresi

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Un dialogo intimo e intenso, quello andato in scena nel nuovo appuntamento di “A tu per tu”, il format di approfondimento de ilReggino.it, con protagonista Santo Gioffrè, autore, intellettuale ed ex dirigente dell’Asp di Reggio Calabria. Una figura che ha pagato caro il suo coraggio, scegliendo di non voltarsi dall’altra parte di fronte a un sistema sanitario piegato da sprechi, silenzi e collusioni.

Durante l’intervista, Gioffrè ha ricostruito gli anni in cui fu chiamato a guidare l’Azienda sanitaria reggina, in un momento in cui le irregolarità erano ormai strutturali. «Ho trovato una contabilità inconsistente, fatture pagate due o tre volte, un buco milionario che gridava vendetta», ha spiegato. Una denuncia lucida che portò, dopo pochi anni, allo scioglimento dell’Asp per infiltrazioni mafiose.
Ma la scelta di rompere il muro dell’omertà ha avuto un prezzo: isolamento istituzionale, pressioni, minacce personali e l’impressione costante che chi avrebbe dovuto sostenerlo, preferisse invece insabbiare. «In Calabria chi non tace, resta solo. Ma io non potevo ignorare: la sanità non è un favore, è un diritto», ha affermato.

Accuse pesanti sono state rivolte anche al sistema di commissariamento, che a suo dire ha contribuito a peggiorare la situazione: «Tagli scellerati, zero visione. Le persone sono diventate numeri da ridurre per far quadrare i conti, mentre il diritto alla cura veniva demolito un decreto alla volta». E mentre nessuno paga per quello scempio, a pagare sono ancora una volta i calabresi: «Chi può va via, chi non può, rinuncia a curarsi. E questo dovrebbe pesare sulla coscienza di molti».
Nonostante gli anni di processi e silenzi, Gioffrè non si è arreso. Ha scelto di continuare a scrivere, pubblicare e parlare, per «costringere chi ha responsabilità a venire allo scoperto» e per lasciare una traccia, un seme di consapevolezza. «La Calabria merita una sanità degna. Non smetterò di dirlo».
Un’intervista che è insieme testimonianza, atto d’accusa e appello alla verità. Perché senza verità non c’è giustizia. E senza giustizia, non c’è futuro.