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14/11/2025 ore 15.17
Sanità

Accordo Emilia Romagna-Calabria? E se usassimo le strutture presenti sul nostro territorio a costo zero…

Le perplessità dell’urologo Pietro Cozzupoli in merito alla notizia dell’accordo per frenare la fuga dei pazienti al nord

di redazione

Gentile Direttore, Le scrivo a proposito della notizia di un possibile accordo tra Regione Calabria e la Regione Emilia-Romagna che, in modo invero poco chiaro, dovrebbe frenare la fuga dei pazienti al nord. A parte le perplessità che nascono dal complicato e contorto meccanismo di ripartizione dei tetti massimi di remunerazioni delle prestazioni sanitarie e di quello della regressione tariffaria, di cui si parla nell’articolo, mi chiedo se prima di ricorrere all’intervento, economicamente svantaggioso, di altre regioni non possa essere più semplice, opportuno ed economicamente vantaggioso utilizzare le professionalità e le strutture presenti sul nostro territorio a costo zero. Circa un mese fa lei ha ospitato, sul suo giornale, una mia lettera con la quale portavo all’attenzione della popolazione, dei nostri politici e di chi ha come compito istituzionale di garantire la salute pubblica, la circolare, incomprensibile e dannosa, con la quale il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale della Salute e la Direttrice Generale dell’ASP 5 hanno impedito, e continuano a impedire, ai pazienti con patologie urologiche della provincia di Reggio Calabria di essere curati con qualità e tempestività presso le case di cura accreditate con il SSN. Ricordando che non si tratta di una questione di Budget economico (i tetti di spesa assegnati sono rimasti uguali), Il risultato ottenuto è stato quello di allungare le liste d’attesa dell’UOC di Urologia del GOM, aumentare l’emigrazione sanitaria negli ospedali del Nord Italia e, per chi non ha possibilità economiche, rimandare le cure peggiorando, quindi, la prognosi della propria malattia. In questo momento e da ormai quasi quattro mesi, i pazienti della provincia di Reggio Calabria (520 mila abitanti), affetti da malattie urologiche, spesso tumorali, possono usufruire solo dei 18 posti letto ordinari e 2 di day surgery del GOM di RC, visto che i 10 ppll dell’ospedale di Locri sono, a dir poco, carenti nella risposta assistenziale e quelli dell’ospedale di Polistena non sono mai stati attivati. Ritengo la disposizione del Dipartimento e dell’ASP 5 una misura altamente discriminatoria se si pensa che IL DCA n. 78 /2024 assegna alla provincia di Cosenza 51 ppll ordinari + 9 di DS, a quella di Crotone 39 ppll ordinari + 3 di DS e a quella di Catanzaro 39 ppll ordinari + 5 DS e che soltanto alla provincia di Reggio Calabria non sono stati assegnati posti letto accreditati di Urologia presso le Case di Cura.

Vorrei, inoltre, sottolineare che tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, i vari garanti della salute, istituzionali o nominati, pur essendo al corrente di tale grave situazione discriminatoria, non hanno ancora messo in campo alcuna iniziativa per affrontarla e risolverla. Per tutto questo, desidererei per suo tramite chiedere al Presidente Occhiuto, rinominato da poco Commissario al piano di rientro, finite le elezioni regionali e completate le operazioni di nomina della giunta, con l’equilibrio e il buon senso che gli si riconosce, prima di mettere in atto queste alchimie politico-burocratiche che non affrontano il tema strutturale della crisi sanitaria calabrese, di revocare o, quanto meno, sospendere la perniciosa circolare sopra menzionata, permettendo di utilizzare tutte le risorse professionali che le case di cura accreditate con il SSN, e quindi parte integrante di esso, hanno offerto in passato e possono continuare ad offrire, per rispondere con qualità, efficienza e tempestività alle richieste di salute dei nostri concittadini.

*Pietro Cozzupoli (Medico Urologo)