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02/08/2023 ore 14.50
Sanità

Ospedale di Locri, il grido d'allarme del Comitato: «Non garantiti i livelli essenziali di assistenza»

Gli attivisti locresi preoccupati: «Ci sentiamo figli di un Dio minore abbandonati dalle istituzioni»
di Redazione

«Si sono alternati commissari, direttori generali, ma l’opera lenta e inesorabile di smantellamento del nostro ospedale continua senza sosta. Mai come in questo periodo si è arrivati a non garantire i livelli minimi di assistenza. La carenza di personale è il problema principale che fa si che presso la nostra struttura ormai siano davvero pochi i servizi erogati». Ad affermarlo in una nota è il comitato civico “Difendiamo l’Ospedale” di Locri guidato dal presidente Bruna Filippone.

«Il reparto di Cardiologia non effettua più visite esterne. Per eseguire un holter cardiaco bisogna rivolgersi al privato, per non parlare del servizio di impianto pacemaker sospeso. La Radiologia ha solo due unità di cui una è il primario e un’unità è in prestito da Polistena. Motivo per cui se bisogna eseguire esami con mezzo di contrasto e non c’è il medico si viene mandati a Polistena. Liste di attesa per eseguire una mammografia lunghe proprio per carenza di personale, nessuna trasparenza sui tempi medi necessari per avere una prestazione, nonostante ci sia una legge che imponga alle aziende sanitarie di pubblicare sul sito aziendale dette informazioni».

E poi ancora: «Dermatologia chiusa. Il reparto di Ginecologia non effettua visite ambulatoriali esterne. In Pediatria tre medici di cui uno il Primario e una cooperativa per fornire i medici a gettone non sempre in grado di fornirli per coprire i turni. In Gastroenterologia un medico che fa esami e un altro che fa solo visite. Si possono effettuare solo colonscopie. In Urologia solo tre medici, di cui uno andrà a gennaio in pensione quindi a breve sarà difficile gestire perfino l’ordinario».

«Cosa si può fare presso il nostro ospedale? – si chiedono gli attivisti locresi – Il personale sanitario è allo stremo, sottoposto a turni di lavoro massacranti, con il rischio di essere anche aggrediti fisicamente come accaduto di recente al pronto soccorso. Ci chiediamo cosa c’è dietro questa continua opera di smantellamento e di chiusura di servizi. Facciamo presente che adesso i trasferimenti sia per Polistena che per Reggio hanno un tempo ragionevole che poi sarà raddoppiato nel momento della chiusura della Limina. In tutto questo assistiamo al dirottamento di fondi destinati al nostro ospedale verso altre strutture. Ci sentiamo figli di un Dio minore abbandonati dalle istituzioni che davanti a questo scempio fanno finta di non vedere e chi dovrebbe agire per modificare l’ordine delle cose non fa nulla».