Ospedale di Locri nel caos, i comitati insorgono: «Diteci se volete chiuderlo»
«La situazione della Cardiologia nella Locride è in chiara difficoltà da tempo e le recenti dimissioni del dottor Amodeo da Primario della Cardiologia di Locri, rendono le condizioni dei pazienti cardiopatici ancora più complicate». Ad affermarlo in una nota i comitati civici della Locride “Difendiamo l’Ospedale” di Locri e “Pro Casa della Salute” di Siderno. Si è creata, nel tempo, una progressiva riduzione dell’organico dei Medici ospedalieri cardiologi (da 17 nel 2011 ai 6 attuali, compresa la dottoressa Elisabeth Balbuena, cubana)».
Per gli attivisti della Locride tale depauperamento ha determinato: «la necessità di accorpare in una unica ala i pazienti di competenza cardiologica, chiudendo di fatto il Reparto di Cardiologia e lasciando aperta solo l’UTIC; la necessità contestuale di limitare fortemente le prestazioni ambulatoriali, privilegiando ovviamente la cura dei pazienti ricoverati o afferenti al Pronto Soccorso».
«Inoltre, il recente trasferimento del dottor Spanò presso l’Ospedale di Polistena (unico cardiologo competente per l’impianto e il controllo dei Pace Maker), ha finito per accentuare e acuire le carenze dell’offerta sanitaria. In tali condizioni di emergenza, la figura del dottor Amodeo, quale Primario ad interim di Locri, oltre che Primario della Cardiologia di Polistena, è stata vista come un sicuro riferimento per un tentativo di ripresa».
Secondo i comitati civici «Le sue attuali dimissioni non possono che creare scoramento e ulteriore preoccupazione per il futuro prossimo della Cardiologia nella Locride, territorio vasto che vede una popolazione di cardiopatici molto nutrita e che non può e non deve essere abbandonata. Il concorso per l’assunzione di medici in area cardiologica per l’ASP di Reggio Calabria, è stato già espletato e vanno assegnati i posti per i vincitori. Posti che andranno distribuiti tra i Presidi di Locri e Polistena».
«Il quadro sconfortante si allarga inoltre al territorio, dove l’ambulatorio di Cardiologia, comprensivo di due medici cardiologi, vede adesso la presenza di un solo medico, essendo l’altro andato in pensione da poco. Possiamo pertanto concludere con l’ovvia affermazione che “i nodi sono venuti al pettine” e che le omissioni e le indolenze delle dirigenze passate, hanno finito per lasciare la Sanità nelle gravi e avvilenti condizioni attuali».
I comitati dela Locride chiedono ai responsabili dell’Asp di Reggio e al direttore sanitario dell’Ospedale di Locri, nonché ai responsabili della sanità regionale, «di assumersi la responsabilità di invertire questo lento ed inesorabile depapauramento dei servizi sanitari della locride. È tempo di dire con chiarezza se si vuole chiudere definitivamente l’ospedale di Locri. Non siamo più disponibili ad assistere a questa morte lenta. Se così non è, si intraprendano iniziative atte a bloccare questo degrado con scelte precise, che segnino una vera discontinuità».