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29/07/2025 ore 17.30
Sanità

Pnrr Salute, Gimbe: «L’82% delle risorse non è stato ancora speso. A rischio il potenziamento dell’assistenza territoriale»

L’Osservatorio denuncia ritardi su 5 target su 14 e gravi criticità per Case della Comunità, Ospedali di Comunità e terapie intensive. Cartabellotta: «Serve una corsa contro il tempo»
di Redazione

Per la Missione Salute del Pnrr, al 30 giugno sono state raggiunte le quattro scadenze previste entro il secondo trimestre – di cui due di rilevanza europea – ma l’82% delle risorse complessive non è stato ancora speso. A un anno dalla rendicontazione finale, almeno 5 target su 14 obiettivi europei risultano in ritardo.

Lo segnala l’Osservatorio Gimbe, attraverso un monitoraggio indipendente che accende i riflettori sulle gravi criticità dell’attuazione reale del Piano, al di là del formale rispetto delle scadenze.

«Il rispetto delle scadenze formali, necessario per l’erogazione delle rate, non rappresenta in questa fase finale un indicatore affidabile sul reale stato di avanzamento dei progetti» ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
«Per garantire benefici concreti ai cittadini serve una corsa contro il tempo».

Tra i punti più critici, la riorganizzazione dell’assistenza territoriale. Il Pnrr prevede che entro il 30 giugno 2026 siano pienamente operative almeno 1.038 Case della Comunità, complete di servizi e personale sanitario. Tuttavia, a dicembre 2024 solo 164 strutture (15,8%) avevano attivato tutti i servizi previsti e appena 46 (4,4%) erano dotate di personale medico e infermieristico.

Anche sul fronte degli Ospedali di Comunità, entro giugno 2026 ne dovrebbero essere attivi almeno 307. Ma al 20 dicembre 2024, solo 124 strutture (40,4%) dichiaravano almeno un servizio attivo, senza alcuna informazione disponibile sul personale sanitario.
«L’obiettivo di rafforzare le cure intermedie rischia di naufragare», avverte Cartabellotta.

Gravi ritardi anche sul versante dell’infrastruttura ospedaliera: il Pnrr prevede l’attivazione, entro giugno 2026, di 2.692 posti letto in terapia intensiva e 3.230 in semi-intensiva.
Al 21 marzo 2025 risultano attivati solo 890 posti letto di terapia intensiva (33,1%) e 1.199 di semi-intensiva (37,1%).

«È surreale che a cinque anni dalla pandemia l’Italia non sia ancora riuscita a completare un’infrastruttura essenziale per fronteggiare future emergenze sanitarie», ha aggiunto Cartabellotta.

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe sullo stato di avanzamento della Missione Salute del Pnrr evidenzia ritardi significativi anche su altri due target fondamentali: gli interventi di antisismica sugli ospedali e l’adozione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse).

Per quanto riguarda l’adeguamento sismico, il Piano prevede la messa in sicurezza di almeno 84 ospedali. Tuttavia, a febbraio 2025, pur risultando attivi o conclusi 86 cantieri, la spesa effettivamente sostenuta era ferma all’11% del totale, con una media ancora più bassa nel Mezzogiorno (6%).
Un dato allarmante che – secondo Gimbe – segnala gravi criticità attuative e finanziarie, soprattutto nelle aree più fragili del Paese.

Sul fronte del Fascicolo sanitario elettronico, a marzo 2025 solo 6 documenti su 16 risultano disponibili in tutte le Regioni (tra cui lettera di dimissione ospedaliera, referti, prescrizioni e verbali di Pronto soccorso).
Ma solo il 42% dei cittadini ha fornito il consenso alla consultazione dei propri dati.
«Senza informare i cittadini sull’utilità del Fse e rassicurarli sulla sicurezza dei dati, nonostante il raggiungimento formale del target, le potenzialità di questo strumento rischiano di essere vanificate», avverte il presidente Nino Cartabellotta.

Secondo Gimbe, quattro target risultano in via di completamento o già raggiunti:
i progetti di ristrutturazione e ammodernamento degli ospedali
l’assistenza domiciliare integrata (Adi) per gli over 65
le grandi apparecchiature sanitarie
i contratti di formazione specialistica

Cinque target, invece, non sono attualmente valutabili per mancanza di dati, un’anomalia che secondo la Fondazione è grave in un Paese democratico:
numero di pazienti presi in carico con strumenti di telemedicina
digitalizzazione di 280 strutture ospedaliere sede di Dea
alimentazione del Fse da parte dei medici di medicina generale
tessera sanitaria elettronica e interoperabilità del Fse
formazione per 4.500 professionisti sanitari su management e competenze digitali

«La trasparenza non è un dettaglio tecnico, ma una condizione essenziale per valutare l’impatto delle politiche pubbliche», sottolinea Cartabellotta.

«La Fondazione Gimbe invoca una stretta collaborazione tra Governo, Regioni e Asl, per completare con successo il percorso ed evitare rischi che il Paese non può permettersi.
Il più paradossale tra questi – si legge – è incassare le rate del Pnrr senza generare alcun beneficio per cittadini e pazienti, lasciando in eredità strutture vuote e un pesante indebitamento alle future generazioni».

«La volata finale della Missione Salute non può trasformarsi in un terreno di scontro politico», conclude Cartabellotta, «perché le responsabilità ricadono su tutti».