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30/09/2025 ore 00.00
Sanità

Polistena, Valensise: «Che fine ha fatto l’Emodinamica all’Ospedale?»

La presidente del comitato spontaneo a tutela della salute denuncia il rischio di smantellamento della Cardiologia/Utic e chiede chiarezza all’Asp di Reggio Calabria: «Ogni giorno perso significa vite in pericolo»
di Redazione

Ci chiediamo come sia possibile che un Ospedale spoke come quello di Polistena, dotato anche di eliporto H24 e potenzialmente in grado di offrire servizi di eccellenza, in quattro anni di gestione con poteri straordinari non sia riuscito a organizzare in modo efficace il lavoro di reparti fondamentali per la salute pubblica.

Uno su tutti: il reparto di Cardiologia UTIC di Polistena, eccellenza calabrese grazie al dottor Enzo Amodeo, che oggi rischia di essere ridotto a un semplice ambulatorio, privato delle sue funzioni cliniche essenziali.

Abbiamo sopportato l’austerity di questa Asp, che ha persino rifiutato la proposta gratuita del dott. Amodeo di formare giovani medici alla pratica della cardiostimolazione. Solo una Regione come la nostra può respingere un’opportunità simile, preferendo pagare consulenze esose anziché valorizzare chi lavora con professionalità e amore per la Calabria.

È arrivato il momento di affrontare con serietà e coraggio questa situazione. Non è accettabile che un reparto ad alta intensità assistenziale come la Cardiologia/Utic venga rallentato da attività di base come ECG, Holter e prove da sforzo: queste devono essere affidate esclusivamente alla specialistica ambulatoriale, che va potenziata per garantire un percorso diagnostico completo ai pazienti.

Nei reparti complessi, invece, bisogna concentrare le attività realmente salvavita:

Alla luce di ciò, chiediamo ufficialmente all’Asp di Reggio Calabria di comunicare in modo trasparente se l’attivazione dell’Emodinamica a Polistena è ancora prevista come da programmi aziendali e, in caso affermativo, con quali tempistiche.

Non si può più aspettare: ogni giorno perso significa pazienti che possono perdere la vita. Questo è una violazione del diritto alla cura sancito dalla Costituzione. Se necessario, riprenderemo la nostra denuncia alla Procura e al Ministero della Salute.