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29/10/2023 ore 19.00
Sanità

Reggio, Aned: «Implementare la dialisi domiciliare in ambito aziendale»

Lucia Di Furia ha riunito ieri in azienda il pool degli operatori sanitari chiamati alla realizzazione del progetto di dialisi domiciliare peritoneale comprendente
di Redazione

L’azienda sanitaria reggina ha accolto con immediatezza la richiesta di Aned di implementare la dialisi domiciliare in ambito aziendale, redigendo un PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) chiaro e coinvolgente negli obiettivi, da applicare subito negli spoke di Locri e Polistena e successivamente nei centri dialisi rimanenti. 

«L’attivissima manager Lucia Di Furia – spiega Maria Larosa del comitato Aned Calabria – ha riunito ieri in azienda il pool degli operatori sanitari chiamati alla realizzazione del progetto di dialisi domiciliare peritoneale comprendente: dirigenti, nefrologi, chirurghi, “centodiciottisti” nonché Aned per opportuna conoscenza e partecipazione. 

Detto progetto, esaminato e condiviso all’unanimità dagli operatori sanitari – incomprensibilmente abbandonato da un ventennio in questa provincia – si pone l’obiettivo di rendere meno gravose le condizioni di quanti dovranno sottoporsi al trattamento salvavita di dialisi e, in prospettiva di ritardare la dialisi con maggiore ed efficiente prevenzione della Malattia Renale Cronica come suggerito dalla Linee guida del Ministero della Salute.

Ricordiamo che dopo la sconcezza rilevata a maggio scorso di anomala gestione aziendale per improvvisa riduzione di posti reni (-3) nel centro dialisi del GOM, che ha avuto come conseguenza la impossibilità di dializzare 12 pazienti reggini a casa propria – poi dirottati in provincia – Aned ha denunciato le discrasie territoriali sulla pratica della dialisi domiciliare peritoneale nella regione. Questi erano i dati: area nord Calabria appena al 6,5%, area sud al 7% circa e aria centro al 18% dei pazienti totali in dialisi.

 Tenuto conto che nelle regioni italiane più virtuose la dialisi domiciliare è praticata ben oltre il 20 dei pazienti, Aned voleva compulsare su tale nobile obiettivo i manager delle aziende regionali per una ulteriore necessaria deospedalizzazione al fine di ottenere ulteriori 150 pazienti in dialisi domiciliare,  in quanto più performante – ove possibile – e più economica per le casse regionali di circa quattro milioni di euro rispetto all’emodialisi.

Infine, rileviamo con favore che l’attivismo e la sensibilità dimostrata dalla manager Di Furia nel perseguire gli obiettivi di deospedalizzazione tramite la dialisi domiciliare peritoneale si contrappone al dimezzamento di tale metodica in ambito GOM: in due sol anni nell’hub cittadino i pazienti in peritoneale sono passati da 40 a 21. Dati critici che segnaliamo all’attenzione dei dirigenti regionali! Viene da dire “MENO MALE CHE LA DI FURIA C’E’”».