11 giugno 1980 - 11 giugno 2025, Peppe Valarioti rivive nel docu-film "Medma non si piega"
«Una grande emozione la recente prima all’anfiteatro comunale Rosarno del docufilm “Medma non si piega”. Avevamo promesso che per i 45 dalla morte avremmo realizzato docufilm per raccontare la storia del coraggioso e straordinario Peppe Valarioti. Abbiamo mantenuto la nostra promessa. Lo abbiamo fatto con passione, pur sobbarcandoci molti dei costi, motivo per il quale la raccolta fondi deve proseguire. Ma già guardiamo oltre. Non ci fermeremo qui.
Per ora, voce a Peppe Valarioti con l’ausilio di musicassette dell’epoca, ma abbiamo in mente un film da girare e realizzare in Calabria con attori della Piana. Abbiamo una bozza di sceneggiatura e ci candidiamo per produrlo con un finanziamento adeguato per i 50 anni dalla sua scomparsa, quindi nel 2030. Peppe Valarioti lo merita e noi ci siamo». È quanto dichiara Gianluca Palma, giornalista e regista, che con Giulia Zanfino e Mauro Nigro ha realizzato il film-documentario “Medma non si piega” proiettato in anteprima a Rosarno qualche settimana fa.
Realizzato in memoria del giovane dirigente comunista di Rosarno ucciso da mano ancora ignota l’11 giugno 1980, “Medma non si piega”, è stato scritto e diretto da Gianluca Palma, in collaborazione con Giulia Zanfino e Mauro Nigro. Post-produzione a cura di Gianluca Palma, Mauro Nigro e Daniele Sorrentino Hacienda-D, in collaborazione con l’Anpi provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dell’associazione culturale Officina numero 8, Casa del Popolo Valarioti.
Questi gli altri partner, con la Fondazione Carical, Fondazione “Girolamo Tripodi”, i sindaci del territorio da subito al nostro fianco per portare avanti questo progetto, tra cui il Comune di Cinquefrondi, il Comune di Polistena, il Comune di San Ferdinando, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, Cgil Cosenza, Spi Cgil Calabria, Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria, Ppas– Patata Della Sila, Scuola Normale Superiore di Pisa, Bcc Mediocrati, Trame festival e Fundaciòn Asamblea Ciudadànos y Ciudadànas del Mediterraneo.
1980: Peppe Valarioti e Gianni Losardo
«Il documentario – spiega ancora Gianluca Palma, giornalista e regista – viaggerà insieme a quello già prodotto sempre da noi e dedicato a Giovanni Losardo, l’assessore di Cetraro nel cosentino, oltre che segretario generale della Procura di Paola. Fu ucciso solo dieci giorni dopo Giuseppe Valarioti, il 21 giugno 1980. Il secondo delitto politico mafioso in Calabria. Crediamo di avere un debito di memoria con le vittime della ‘ndrangheta troppo marginalizzate e dimenticate. Noi iniziamo da loro. Dopo l’anteprima a Rosarno, saremo presto alla procura di Paola per raccontare entrambe le storie e così unire la Calabria a nord con quella a sud».
Altre proiezioni sono in procinto di essere programmate a Polistena, Riace e a Reggio Calabria durante la stagione estiva. Quest’ultima in collaborazione con la Città Metropolitana. Intanto tappa anche a Trame Festival il 19 giugno a Lamezia Teme.
Una produzione indipendente
Una produzione autofinanziata e promossa in stretta sinergia con il territorio. «Il nostro è un lavoro collettivo. Lo scorso ottobre, con una fiaccolata che è parte del film documentario, siamo arrivati in duecento fino all’ex ristorante alla Pergola, dove fu ucciso Valarioti. La nostra raccolta fondi deve restare ancora aperta per riuscire a coprire le spese finora da rifondere per circa due terzi. Continuerà unitamente al nostro impegno volto a colmare un vuoto di narrazione su Peppe Valarioti e sulle 197 vittime della ‘ndrangheta, la cui storia deve essere conosciuta e divenire patrimonio collettivo dei calabresi, innanzitutto.
Complici una colpevole sottovalutazione del fenomeno della ‘ndrangheta, proprio negli anni in cui prosperava e dell’assenza incomprensibile in Calabria di redazioni, ma solo di corrispondenti, delle grandi testate nazionali come per esempio Repubblica e Corriere della Sera, esiste un oggettivo vuoto di narrazione. Esiste la necessità di scoprire, conoscere e tramandare storie di persone, che si sono impegnate sacrificando il bene supremo della vita, e quindi anche la storia della nostra Calabria. Peppe aveva appena compiuto trent’anni quando è stato ucciso da mano ancora ignota a Nicotera, quella sera dell’11 giugno del 1980», spiega ancora Gianluca Palma.
La politica come servizio
Il suo impegno politico, marcatamente volto a denunciare le angherie mafiose, le mire della ‘ndrangheta sulle fiorenti distese di agrumi e le ingiustizie sociali, risultò tanto scomodo quanto necessario.
Erano gli anni del pacchetto Colombo e poi del governo Andreotti, delle promesse all’indomani dei moti di Reggio di interventi straordinari per sostenere lo sviluppo e creare occupazione. Promesse tradite.
La voce di Peppe e gli audio originali
«Grazie al prezioso contributo dei familiari di Peppe e della sua fidanzata Carmela Ferro, che ringrazio di cuore – prosegue Gianluca Palma, giornalista e regista – abbiamo potuto utilizzare delle audiocassette originali, digitalizzate per noi dall’ingegnere Ferdinando Frega. A concederle anche i fratelli Caridi. Bruno era stato un suo allievo. Abbiamo dato voce a chi lo ha conosciuto.
Uno dei documenti audio più importanti- sottolinea Gianluca Palma– è rappresentato dalle interviste ai manifestanti al corteo nel 31 ottobre 1978 a Roma contro il governo Andreotti che aveva promesso il Quinto centro siderurgico. Abbiamo recuperato anche immagini d’epoca in cui si vede anche Giulio Andreotti, il 25 aprile del 1975, parlare della ripartenza del lavoro in Calabria proprio con il Quinto centro siderurgico.
Con i familiari e Carmela, gli amici, i compagni di partito, ex alunni, giornalisti. Testimone storico eccezionale e appassionato è Giuseppe Lavorato, ex sindaco di Rosarno.
Raccontano della sua integrità. Peppe Valarioti era molto attento quello che accadeva nel suo territorio. Lui era anche consigliere comunale, eletto nel 1979 e aveva tutte le delibere. Era vigile sulle speculazioni edilizie e sulla salvaguardia dell’archeologia dell’antica Medma».
Una promessa mantenuta e un atto di amore
«Questo docufilm è, infatti, non è solo una promessa a Carmela e ai familiari mantenuta, ma è anche una storia di Amore. Il suo per la città di Rosarno, per l’archeologia e per la scuola. Peppe amava insegnare, purtroppo non è riuscito a fare il concorso ma ha fatto qualche supplenza. Unitamente agli audio in cui preparava i suoi comizi, ci sono quelli delle lezioni di filosofia che faceva a Bruno Caridi e che lui ha conservato. Peppe Valarioti usava raccogliere i suoi alunni in piazza all’epoca Vignaioli, oggi piazza Valarioti, e lì disquisire di filosofia e archeologia, citando Aristotele, Platone. Una formazione classica con la quale plasmò il suo impegno politico al puro servizio del bene comune». Così conclude Gianluca Palma, giornalista e regista, che con Giulia Zanfino e Mauro Nigro ha realizzato il film-documentario.
Trent’anni per sempre
Classe 1950, diplomato al liceo classico Nicola Pizi di Palmi, laureato in Lettere Classiche all’università di Messina, Giuseppe Valarioti era professore di Lettere e appassionato di studi archeologici dell’antica Medma. Uno spirito indomito, un intelletto vivace e una fede comunista.
Una morte senza colpevoli
Era la notte tra il 10 e l’11 giugno 1980 a Nicotera, quella in cui si festeggiava lo storico risultato elettorale del partito Comunista. Nonostante il buio che ancora avvolge la morte di Giuseppe Valarioti, il giovane dirigente calabrese del Partito Comunista Italiano di Rosarno, segretario di sezione e consigliere comunale, ucciso a colpi di lupara quarantacinque anni fa, questo docu-film è un altro sprazzo di luce.